Pagina 1 di 1

Notarile 1561

Inviato: sabato 17 giugno 2017, 20:45
da fullons2
Buongiorno, oggi vi chiedo il vostro aiuto per capire se in questo atto notarile sono citate altre persone oltre a "Lavinia De Valerianis figlia di Sebastiano", siete inoltre in grado di capire la natura dell'atto e il motivo di scritture più piccole sopra la scrittura del notaio ?

La mia ipotesi è che Lavinia fosse in realtà la moglie di Sebastiano, e che questi fosse il figlio di un defunto Valeriano.
Grazie

Immagine Immagine

Inviato: sabato 17 giugno 2017, 21:22
da fullons2
Dalla rubricella si legge che nell'atto sono citati anche: Paolo Peruzzi; Sebastiano Valeriani.

Ecco l'albero genealogico di Sebastiano Immagine

Inviato: domenica 18 giugno 2017, 11:11
da bigtortolo
I costituiti in giudizio sono Sebastiano del fu Valeriano e Lavinia del fu Antonio, moglie di Sebastiano.
Lavinia, Giacomo e Giovanni Foll.. suoi fratelli germani, vendettero a Bernardo Pivali/Pirali dello stesso luogo alcune pezze di terra nel tenimento di detto castello in Casal Monfiore, della misura di mezzo rubbo, coerenti i beni degli stessi venditori, Coluccio Crapoli e la via vicinale e il detto compratore, per il prezzo di 50 ducati da 10 Carlini l’uno versati in contanti.
Con il presente atto viene ratrificata la vendita.
L’atto è fatto in casa del notaio rogante, presenti per testimoni Marco Antonio de Giorgi di Morlupo, maestro di scuola e Giuliano (...).
Infine il compratore dichiara di non essere stato costretto, ma d’avere agito con animo puro e sincero e per amore e affetto verso gli sposi Sebastiano e Lavinia suoi amabili consanguinei o affini.

Inviato: mercoledì 21 giugno 2017, 20:02
da fullons2
grazie mille per l'aiuto. Effettivamente la sua lettura sembra concidere con le informazioni in mio possesso. Riguardo il cognome e la paternità di Lavinia ho dei dubbi. Sembra infatti che il suo cognome fosse Antolini/Antonini dato che l'altro cognome da lei citato "Foll..." non esiste nei registri che ho consultato. Grazie ancora, Francesco

Inviato: mercoledì 28 giugno 2017, 16:09
da bigtortolo
Infatti è Lavinia quondam Antolini, ma dopo i nomi dei suoi fratelli germani Giacomo e Giovanni compare "fullicis" o qualcosa del genere, che ha tutta l'aria di essere il cognome, sempre salvo interpretazione errata.

Ecco la trascrizione, a partire dal 2° rigo.
Curioso il fatto che l'atto di vendita sia andato smarrito.

...et judicis ordinarij Castrj novj (...) sedens super quodam (...) in domo/
mej infrascripti notharii pro honestate et maiorj commoditate/
infrascriptarum personarum per suo iuridico tribunalj ellecto et mej/
notharij publici et testiumque infrascriptorum presentia constitutj (...) Sebastianus quondam/
vallerianj et domina Lavinia quondam (...) Antolinj et uxor dicti/
Sebastianj *de Castro novo predicto* quilibet ipsorum principiato *...* (...) sibi invicem con=
sentiente (...) *et consensum prestante* renuntiante prius per dictam dominam Laviniam benefficium/
vellerianj *et constitionibus ... de fundo dotalis* (...) certioratam (...)/
cum consensum Jacobi et Joannis fullicis? eiusdem fratrum germanos/
ibique presentes *et consentientes illorum ...* sponte vendiderunt *et ... Conditionis ...* paulo viro D./
Bernardo piralij de eodem loco presentj *...* quoddam eorum petiis ter=
ra planj posita in tenimento dicti Castrj in Casalj montium/
floris, (...), de mensura medij rubij, iuxta res ipsorum ven=
ditorum et Coluzzij Crapolj ac viam vicinalem et dictj empto=
ris et alios *veriores coherentes si qui sint* et quidem ut dictus emptor dictum/
petium terre com omnibus suis *juribus* habeat *teneat et possideat, et quicquid volluerit faciat* pro pretio ducatorum quinqua=
ginta monetae ad rationem Carlenorum 10 pro ducato quo pretium totum et/
integrum in eadem (...) nostrj presentia ipsj venditores in Contantj a dicto/
emptori presenti (...) *et exbursanti in bona et currente moneta* habuerunt et receperunt, illudque ad se tra=
hentes et se bene contentj vocarunt *...* et dicto emptorj presentj (...)/
omnes eorum actiones et ... ... et personales ............* constituerunt eum procu=
ratorem (...) *actorem et factorem ... dominj sicut ..............* atque mandarunt ut sua propria auctoritate tenutam/
capiat *...........* ipsum constitutum se interim illius nomine possidere/
(.........................)/
vel quasj intelligendo semper inter ipsas partes vigore presenti contractus/
instrumentum venditionis alterius petij planj prope suprascriptum ex.../
per (...) jugales ipsjmet emptorj jam factj cellebratum, et per /
quondam ser (...) sanctum pettachj rogati ut asseruerunt ipsas partes, con=
firmatum prout ex nunc cum consensum auctoritatem renuntiantibus quibus=
chum si dictum instrumentum ullo modo reperiret forsa mala custodia/
mortis dictj ser (...) sanctj (...) vel alligando alio sinistro casu deper=
ditum confirmant, et ammologant (omologant?), ac volluerunt et vollunt/
vigore presentis instrumentj dictam venditionem intelligj confirmatam/
et vallida *cum omnibus .....* (...) vere de eius pretio satisfactj fuerunt prout confessj/
extiterunt *renuntiantes execeptionem non numerata pecunia et spes futura numerationem* Quam venditam predictam (...) omnia in hoc presentj instrumento contenta (...) dictj jugales tactis/
jurarunt fuisse et esse tua, et ipsj Bernardo emptorj presentj (...) pro=
miserunt rata *grata et firma perpetuo habere* sub vinculo dictj (...) jurati et de (...) in for=
ma tenorj velle (...) sub omnium (...) de quibus (...) et ulterium in pena/
duplj (...) aplicandj (...) qua (...) firmam (...) cum (...) (...) pro quibus obli=
garunt (...) renuntiarum (...) et super (...) (...) Dominus Judex sedens/
ut supra cuius judiciariam auctoritatem (...) et decretum interposuit, et/
mandavit ac ipses parte rogarunt (...)

Actum in domo mej notharij presentibus Marcho Anthonio de Georgiis de morlupo magistro ludj (...) in dicto castro et Julliano (...) de dicto castro testes
(...)(...)(...)(...)(...) presentibus dictus Bernardus non (...) nec obligatione alliqua sed puro et sincero animo et affectu ac amore (...) ipsi jugales tamquam amabilis consanguineos sive affinis semper fuit (...) ipsis presentibus *et per se suisque (...) scripsi et recepi* (.....................)

Inviato: mercoledì 28 giugno 2017, 23:52
da Luca.p
big ha scritto:Curioso il fatto che l'atto di vendita sia andato smarrito.
Non c'erano già più i notai di una volta!

Inviato: giovedì 29 giugno 2017, 8:25
da bigtortolo
Secondo me, se cerchiamo meglio, l'atto rogato dal Santo Petacchi salta fuori.
In tal caso casseremo questo.

Inviato: martedì 15 agosto 2017, 7:43
da fullons2
ciao, leggo solo ora il messaggio. Grazie mille Bigtortolo
Al momento sto facendo un excell con la storia della popolazione di Castelnuovo di Porto nel XVI secolo, e avendo finito di trascrivere i libri parrocchiali ho iniziato quelli notarili.

Cosa intendi con "l'atto di vendita è andato smarrito" ?
Il notaio è Francesco Giorgi, chi è quindi D. Giovanni Filippo de Rubeis?
Perchè Sebastiano e Lavinia devono citare i fratelli di Lavinia per vendere un terreno che costituiva la dote di Lavinia ?
grazie ancora

Inviato: martedì 15 agosto 2017, 8:24
da bigtortolo
Intendo questo :

...si dictum instrumentum ullo modo reperiret forsa mala custodia/
mortis dictj ser (...) sanctj (...) vel alligando alio sinistro casu deper=
ditum confirmant, et ammologant (omologant?),
....

Inviato: mercoledì 16 agosto 2017, 3:30
da fullons2
grazie, evidentemente avevano problemi di conservazione già nel XVI secolo.
Riguardo gli altri quesiti che ho posto, puoi aiutarmi ?
grandeee :D

Inviato: mercoledì 16 agosto 2017, 11:18
da bigtortolo
1) Giovanni Filippo de Rubeis in questo atto? Dove?
2) La dote era un bene teoricamente intangibile costituito dalla famiglia della sposa, esclusa dall’eredità paterna in presenza di fratelli maschi, quindi era una sorta di compensazione.
In caso di morte del marito (che la poteva amministrare ma non alienare), sarebbe stata restituita alla famiglia d’origine, oppure sarebbe passata in eredità agli eventuali figli.
Lavinia, per vendere la pezza di sua dote, rinuncia alle garanzie legali (beneficio di Valeriano imperatore, costituzioni sul fondo dotale) e abbisogna del consenso dei maschi della sua famiglia originaria.

Inviato: giovedì 17 agosto 2017, 7:22
da fullons2
Nella prima riga appare il nome di questo Rubeis, il quale peno sia un giudice. Non mi è chiaro come sia arrivato in quest'atto il nome del notaio Marco Antonio De Giorgi di Morlupo dato che l'atto è stato redatto da Francesco Giorgi, notaio di Castelnuovo

Inviato: giovedì 17 agosto 2017, 15:25
da bigtortolo
Vero.
E' il giudice ordinario.