Esistono principalmente tre tipi di latino: il latino classico, ovvero quello parlato dagli antichi romani, il latino ecclesiastico, ovvero quello che veniva utilizzato per l'ambito religioso e quindi nelle chiese durante le messe e nei registri che scrivevano, ed infine il latino scolastico, ovvero quello che viene studiato a scuola.
Il latino ecclesiastico è più variegato e meno uniforme rispetto al latino classico, perché era improntata più verso il latino volgare. In parole povere il latino ecclesiastico scritto in italia era un misto tra il latino classico e l'italiano dell'epoca.
punzogabriele ha scritto:[...] il latino ecclesiastico scritto in italia era un misto tra il latino classico e l'italiano dell'epoca.
Piccolo appunto :p
Di quale italiano stai parlando? perché quello che parliamo oggi è l'evoluzione dell'italiano del XIV secolo che deriva dal fiorentino letterario. Quindi dubito che prima del XIV secolo sia esistito un "italiano".
Giuseppe 1881 < Paolo 1851 < Angelo 1817 < Guglielmo 1785 < Domenico 1751 < Antonio 1720c < Santo 1689 < Antonio 1652c < Agnol 1625c < Francesco 1606 < Bernardo < Francesco < Antonio
...per quanto riguarda l'appunto, forse allora possiamo dire che questo latino ecclesiastico fosse un latino contagiato qui e là da vocaboli in volgare?
Il latino è la lingua ufficiale della Chiesa Cattolica praticamente sin dalla sua nascita. La Chiesa ha scelto di utilizzare questa lingua proprio in virtù della sua invariabilità e della sua universalità. Quindi non può formalmente neppure esistere una distinzione tra latino “classico” e latino ecclesiastico. Il latino è latino, ed è stato adottato dalla chiesa come sua lingua, e non contiene termini volgarizzati di nessun tipo.
Spero di essermi spiegata...
Sì, può succedere ma dipende probabilmente dalle conoscenze o ignoranze del parroco. Quel che intendevo precisare è che si prende un qualsiasi documento ecclesiastico ufficiale, un’enciclica per esempio, lo si traduce utilizzando lo stesso dizionario che si usa per tradurre Cicerone o Tacito. Niente volgarizzazioni.
Nei registri parrocchiali che ho visionato finora, diciamo a partire dalla metà del seicento, in verità non ho trovato molte approssimazioni, anche perché nei vari atti le formule si ripetono sempre uguali. Ho trovato solo latinizzazioni di nomi propri, per esempio, ma non latino volgarizzato.
Ultima modifica di chiara63 il lunedì 24 settembre 2018, 21:52, modificato 1 volta in totale.
Questo ultimo (il latino approssimativo) dipende del grado di cultura e formazione raggiunto dello scrivente gli atti delle Parrocchie, della volontà di farlo bene e a anche dell'abitudine a scrivere in una determinata lingua che con il tempo se non praticata e aggiornata si perde.
Poi se ti trovi in una zona dove tutti parlavano dialetto prima o poi se contamina la lingua e se vedrebbero errori ma non penso cosi grossolani.
Non è lo stesso il prete di un centro urbano che quello di un paesino sperduto chissà dove.