Oggi, del tutto casualmente mentre effettuavo un'altra ricerca, ho trovato quest'atto di matrimonio celebrato a Savigliano (Cuneo) nel 1833 tra Francesco Antonio Gulino e Domenica Botta,.
Lo sposo è originario della Parrocchia di San Vito "delle fini di Torino" e, guarda caso, nel mio albero è presente Antonio Francesco Gulino, figlio di Vincenzo e di Margherita Arbino, nato a Torino il 5 maggio 1805.
Di questa famiglia avevo perso le tracce nel 1814 quando, proprio nella Parrocchia di San Vito, nasceva un altro figlio, Giuseppe Luigi Francesco. https://www.familysearch.org/ark:/61903 ... cc=2030223
Il Francesco Antonio del matrimonio e il "mio" Antonio Francesco potrebbero essere la stessa persona?
Avete idea di quale sia il paese di origine della sposa definito "Cabollario"? Potrebbe trattarsi di Cavoretto ora quartiere collinare di Torino?
Caballario Maggiore
A Torino c'è Via Cavallermaggiore in zona Cenisia.
Ma c'è anche il Comune di Cavallermaggiore di 5 407 abitanti della provincia di Cuneo a 20 kml da San Vito.
Considerando la traduzione del termine Caballarius, che è la forma latina medievale da cui deriva il termine attuale Cavaliere, e considerando il fatto che il paese di Cavallermaggiore, citato da vlepore si trova nella stessa Arcidiocesi di Torino, anche se è in un'altra provincia, penso sia proprio quello il paese di nascita della sposa.
Interessante anche l'indicazione della parrocchia di nascita dello sposo: "San Vito ai confini di Torino", quindi in periferia.
Per quanto riguarda il nome, può anche darsi che sia stato invertito l'ordine dei nomi, all'epoca non facevano molto caso a queste cose.
La memoria è la porta indispensabile per entrare nel futuro!
K.
Grazie vlepore47, mi hai aperto gli occhi! Certe volte sono proprio tonta!
Effettivamente Cavallermaggiore potrebbe essere la soluzione. Sono talmente fissata con Torino che spesso mi lascio fuorviare.
Il matrimonio è stato celebrato a Savigliano che confina con Cavallermaggiore e quindi le deduzioni di vlepore47 e Kaharot sono sicuramente esatte.
Come pure è vero che i nomi spesso venivano invertiti. Addirittura nelle liste di leva più antiche, basate proprio sugli atti di battesimo, capitava sapessimo. Perché lo facessero rimane un mistero.
Un'ultima cosa. Vincenzo, padre di Francesco Antonio, era vivo o morto al momento del matrimonio?
Interessante anche l'indicazione della parrocchia di nascita dello sposo: "San Vito ai confini di Torino", quindi in periferia.
Ottima osservazione. Posso dire che tutte le parrocchie situate fuori dalle mura della città, che per la verità circoscrivevano una zona molto limitata, erano definite "alle fini di Torino". San Vito, che è tutt'ora una parrocchia della zona collinare, ma anche la Parrocchia della Crocetta che ormai è quasi in centro, nella zona snob di Torino.
Un'ultima cosa. Vincenzo, padre di Francesco Antonio, era vivo o morto al momento del matrimonio?
Non c'è, ahimé, una risposta sicura da poterti dare, perché se ci basiamo su quanto è scritto in riferimento a Francesco Antonio, si dice che era "ex Vincentio" ovvero "da Vincenzo", quindi teoricamente Vincenzo sarebbe vivo.
Ma poi, riferendosi alla sposa si dice "viv: Jacobi" ossia "del vivente Giacomo".
Per cui viene naturale chiedersi perché specificare che Giacomo era vivente se non perché Vincenzo era già defunto?
Forse il parroco usava indicare con la preposizione di provenienza "ex"+ ablativo i genitori defunti e con il genitivo preceduto da "viventis" i genitori vivi.
La memoria è la porta indispensabile per entrare nel futuro!
K.
Bingo! Antonio Francesco era proprio il mio parente!
Dopo essermi cavata gli occhi sui registri parrocchiali ho pensato di fare una ricerca sllo Stato Civile ed ecco che ho trovato il suo Atto di Morte del 1869.
Qui abbiamo Gullino Antonio, agente, nato a Torino e domiciliato a Savigliano, vedovo di Domenica Botta e marito di Innocenza Ferrero, figlio dei defunti Vincenzo e Margarita Arbino il cui ultimo domicilio era proprio Savigliano.
Ora non ci sono più dubbi.
Non c'è, ahimé, una risposta sicura da poterti dare, perché se ci basiamo su quanto è scritto in riferimento a Francesco Antonio, si dice che era "ex Vincentio" ovvero "da Vincenzo", quindi teoricamente Vincenzo sarebbe vivo.
Ma poi, riferendosi alla sposa si dice "viv: Jacobi" ossia "del vivente Giacomo".
Per cui viene naturale chiedersi perché specificare che Giacomo era vivente se non perché Vincenzo era già defunto?
Forse il parroco usava indicare con la preposizione di provenienza "ex"+ ablativo i genitori defunti e con il genitivo preceduto da "viventis" i genitori vivi.