Buonasera a tutti.
Oggi nella mia ricerca nell'archivio notarile mi sono imbattuto in una cosa che non mi era ancora capitata.
Un mio nonno di 7 generazioni fa, tra il 1781 e il 1786, fa ben 4 atti di reintegrazione (ma di che? Terreni? E perchè li fa?). Sono simili tra loro, due hanno anche allegato un documento vescovile.
La grafia e' difficile, per me, cosi' in sostanza ammetto di non averci capito niente.
Senza pretendere che qualcuno faccia la trascrizione, che non serve, mi accontenterei di capire il senso generale della faccenda.
Grazie a chi risponderà.
Premetto che l'ho letto un po' di fretta. Comunque è l'atto di reintrego nel possesso di una casa. Dovresti dirci un po' i cognomi che ti sono noti: io leggo Tulli, Malaspina, ecc. Qual è il tuo antenato?
il reintegro avveniva quando un bene era stato ingiustamente confiscato in seguito ad un bando/esilio con conseguente perdita dei beni (dopo un omicidio, furto, delitto grave, ecc.).
Mi pare di leggere l'abbreviazione extum che sta per exiliatum (molto probabilmente).
io 1983-G.Pietro 1955-Antonio 1920-Carlo Andrea 1886-Pietro 1850-Giulio 1812-G.Batta 1789-Francesco M. 1760-G.Batta 1717-Francesco M. 1692-G.Batta 1657-Carlo G. 1629-G.Batta 1591-G.Andrea 1565-Pietro-G.Francesco-Pietro di Bartolomeo Broffadelli e Rosa Pisati di Leonino-Bertolino-Leonino? (v. 1428)
Nel primo documento:
Reintegro nel possesso di una casa.
Angelo Malspina del fu Antonio, allegando diritti a possedere un casa composta da piu abitazioni(plurium mansionum), posta in località il Muro Nuovo, vicino ai beni di (...) Andrea Giovannone da un lato, la via pubblica e il vicolo intorno(circum circa), salve altre più vere coerenze; ad istanza degli amministratori (seguono i nomi di uomini e donne) viene reintegrato nel corporale possesso del bene con solito il rituale di presa di possesso: il reintegrato viene fatto entrare in casa, dove deambula per i locali, apre e chiude (porte e finestre).
Non è chiaro perchè ne fosse stato spossessato; le cause possono essere diverse, ad esempio lo spossessato può essere stato ingiustamente privato dal bene da coeredi, ingiustamente pignorato; il bene può essere stato alienato dai suoi tutori al tempo della sua minore età senza l’approvazione di podestà o giudici e altro ancora.
Nell’altro, si parla chiaramente del bene messo all’asta e deliberato. Avanti la Curia Apostolica, vengono citati a comparire in causa diversi personaggi , con date di atti diversi di esecuzione per la somma di 150 lire(?) su una casa di più abitazioni posta in Val Montone(?), subastata e deliberata indebitamente, per cui l’azione di spoglio viene dichiarata nulla e se ne ordina il reintegro.
Ok, grazie. Valmontone è il nome del paese e quindi è un fatto certo. Dall'atto vescovile, quindi, capisco che il bene fosse stato venduto all'asta (per causa e da persona ignota), quindi restituito ad Angelo.
Non mi e' chiaro chi siano gli "amministratori".
"Exequtionem fattam pro' summa 150 " non credo lire, forse ducati.
Dal momento che di atti cosi' ne ho trovati altri 3 (non fotografati), deduco che questo mio antenato avesse subito più sottrazioni e che avesse ottenuto negli anni di recuperare almeno 4 beni: questa casa e altri tre (almeno) degli altri atti.
... vicum circum circa salvis alijs (veriobibus coherentijs) ad Instantiam Francisci Antonii
Julii Can.a Francisca(?) Vidua(? ) quondam Iosephi Ziantona Ma_
..... Jul., et Administratrice Do... , Aloisji, et Marie(?)/
Victorie, Philippi, et Angele filii quoque(?), et Cathe_
rine Ziantona (...) Caramanica, Uti Viri, et Admi_
nistratoris Marie Catherine filie dd quoque(?) (...), et
Catherine Ziantona, et Francisci Antonii Martellone
Viri, et Administratoris (...) q. Ricardi Talijs per R. P.
N.(?) relaxat, et sub die 12 Iunij currentis
(...) per acta Valeriani Amati A. C. Notarij erpetis (sic, ma credo: receptis)
quod quidem (...) pre (...) habens mihi trad_
iti ad hic infericendum in Carta pergamena (...) (...)
Franciscum Antonium Jullij ad possessionem eiusdem Domus rein_
tegravit, qui d.i Jullij reintegratus, veram , rea_
lem, actualem, et corporalem possessionem antedictam Domus ut
supra posit, et laterat cum omnibus, et singulis Ju_
ribus accepit, et adeptus fuit per eam deambulando,
et aperiendo in signum vere, realis, actualis, et
corporalis possessionis Idem Jullij quod per (.
..),vel recep.. ad (...) Domo (...) interdixit(?)
Illius possessione dimittere, (...) relaxare, sed illa ani_
ma et corpore retinere et continuare (.....)
Actum Vallismontone uti supra presentibus Blasio Proscio filus quondam Antonii, et Gregorio Costantini filio Josephi de Vallemontona presentia testibus
Amadorus de Patiis Notatius publicus rogavit
Se trovi l’atto del notaio Valeriano Amato/i, forse svelerai l’arcano.
Gli amministratori sembrano essere Francesco e Antonio Martellone, mariti di qualcuna delle donne coinvolte.
Dall’impostazione dell’atto, credo che il reintegrato, al tempo della spogliazione fosse un minore sotto tutela, e l’atto di tutela si dovrebbe trovare.
Il notaio Valeriano Amato/i non e' nel fondo.
Martellone è un cognome del posto, molto poco presente rispetto agli altri.
Sto facendo il "secondo giro" sui faldoni, avendo dedicato il primo all'inventariazione e ricerca del mio cognome solamente. Ora che conosco la consistenza del fondo e so, più o meno, cosa c'è in ogni faldone, sto facendo la ricerca a ritroso nel tempo sulle persone che via via aggancio al mio albero.
Questo Angelo Malaspina l'ho identificato da poco tempo e di suo padre Antonio conosco il nome solo grazie a questi quattro atti. Risalendo ancora magari trovo altre informazioni, che prima non avrei saputo riconoscere come rilevanti per la mia famiglia.
In ogni modo, grazie per l'importante aiuto.
Cognomi comunissimi e ancora presenti in paese sono Ziantona, Proscio, Tulli (forse non era Jullij), Caramanica.
Il notaio, del quale esistono moltissimi atti, qualche volta si firma in italiano Amadoro Pozzi, tanto che il suo timbro rappresenta, appunto, un pozzo. Il timbro, non so perchè, lo usava assai poco, rispetto ai colleghi contemporanei.
Il timbro, non so perchè, lo usava assai poco, rispetto ai colleghi contemporanei.
Quando facevano il segno di tabellionato (cioè il disegnino prima del nome del notaio) quasi sempre lo redigevano a mano. Solo i più pigri (o indaffarati con tanti atti da fare) si munivano di timbri. Chiamali stupidi!
io 1983-G.Pietro 1955-Antonio 1920-Carlo Andrea 1886-Pietro 1850-Giulio 1812-G.Batta 1789-Francesco M. 1760-G.Batta 1717-Francesco M. 1692-G.Batta 1657-Carlo G. 1629-G.Batta 1591-G.Andrea 1565-Pietro-G.Francesco-Pietro di Bartolomeo Broffadelli e Rosa Pisati di Leonino-Bertolino-Leonino? (v. 1428)
Nell'archivio cui mi riferisco io, quasi tutti dal 1500 al 1800 inoltrato usavano solo timbri. Solo uno, all'inizio del periodo indicato sopra, faceva il disegnino.
Ecco alcuni timbri, quelli meglio conservati