1°:
In nome di Cristo così sia. Anno del Signore 1537, decima indizione, giorno 23° del mese di Gennaio. Atto in Fanna in contrada Cavassi, sotto il vestibolo di casa dell’egregio ser Riccardi, presenti ser Bastiano Grafitti, ser Baldassarre del fu Paolo di Giovanni Boni e Bernardino del fu Daniele di Cesco Corradi tutti di Fanna, convenuti, chiamati, idonei e parimenti rogati.
Ser Pietro del fu Nicola Rubes di Francesco di Fanna cede a maestro Bernardino figlio di maestro Giovanni Biasi di Fanna una possessione chiamata “lo Chiso” tenuta e posseduta da maestro Bernardino Biasi, sita in Fanna in contrada Cavassi, in forza e esecuzione di una certa sentenza arbitramentale rogata da me notaio sottoscritto, la qual possessione confina a mattina con lo stesso cedente mediante gli eredi della famiglia Amati (illorum= quelli, il consortile famigliare), a mzzodì, sera e mezzanotte con la via pubblica, al prezzo di ducati 27 da 6 lire e 4 soldi per ciascun ducato.
2°
In nome di Cristo così sia. Anno dalla natività dello stesso Signore 1546, Indizione IV, giorno in verità di Giovedì 24° di Gennaio. Atto in Fanna, in contrada Cavassi, sotto il muro fuori dalla porta dell’abitazione (...) di Alessandro (...) nipoti del signore Fanini, presenti Sebastiano Grafitti, (...) Battista (...) di Fanna ambo testimoni.
Odorico Molinaro di Travesio, mugnaio di Fanna chiede 50 lire per miglioramenti fatti al mulino, stimati dal buona memoria di maestro Giacomo chirurgo di Fanna
Nella prima pergamena il terreno è denominato LoCluso: dal friulano cluus, terreno circondato da siepi, fossi, muraglie e simili. Quindi luogo rinchiuso, ma anche delimitato.