Pagina 1 di 1
Perchè proprio il 6° grado?
Inviato: lunedì 20 ottobre 2008, 20:49
da Pinus
Cari amici del forum,
noi appassionati di Genealogia, sappiamo tutti, in linea di massima, che la parentela riconosciuta dalla Legge, si estende fino e non oltre al 6° grado, escluso il soggetto dal quale si comincia a calcolare (articolo 77 c.c.). Come a dire, per chi non si fosse mai addentrato in questo argomento, che già il trisavolo del nostro bisnonno, non è considerato più nostro parente. Io finora, avevo ritenuto questa regola, alla stregua di un assioma, accettandolo quindi, senza pormi tante domande. Qualche tempo fa tuttavia, mi è sorta improvvisamente la curiosità, di capirne di più. Mi sono chiesto innanzitutto l’origine di questa regola, ed in seconda battuta, la domanda cardine: perché proprio il 6° grado e non il 5° o il 7°? Ho cercato in questi giorni, qualche possibile spiegazione su Internet e ho chiesto anche a persone di una certa cultura (papà, dove sei?), ma a parte qualche riferimento, peraltro solo appena accennato, alla Bibbia, non sono riuscito a cavare un ragno dal buco. Ed ecco allora l’ultima spiaggia, gli eruditi amici del forum bertottiano, sempre pronti, con la cortesia che li contraddistingue, a elargire illuminanti spiegazioni. Pertanto, vi prego, se foste a conoscenza di qualcosa in merito al mio quesito, di volermene mettere a parte. Un caro saluto a tutti voi,
Pinus
Inviato: lunedì 20 ottobre 2008, 21:41
da Luca.p
Sperando che arrivi anche uno degli eruditi da te invocati, nel frattempo ti do il mio parere; rimanendo aperto il quesito del perché proprio 6 e non altri gradi, ti posso però dire che dovendo (legalmente) porre un tetto ai vincoli di parentela nei casi di diritti (o doveri) legati a tale condizione si sarà pur dovuto scegliere un numero. Tralasciando la parentela in linea retta (mi piacerebbe sapere se c'è qualcuno che può vantare il bisnonno del proprio bisnonno ancora in vita... 8) ) nello stabilire il numero si sarà certamente pensato ai collaterali: 2, 3 e 4 erano fuori discussione (non vorremo tener fuori fratelli, zii o cugini!) 7 era forse un po' troppo (in caso di una eredità di un vecchietto senza figli e nipoti da dividere tra parenti in vita fino al settimo grado bisognerebbe convocare gli aventi diritto in un palazzetto dello sport...) rimanevano in gioco il 5 e il 6; avranno tirato a sorte? Ce l'avevano con i numeri dispari? Volevano la riserva per le partite di calcetto a 5? Chi può dirlo?
Spero che si aggiunga qualche più dotta considerazione.
Luca
Inviato: martedì 21 ottobre 2008, 23:36
da neogeneal
Quando mancano parenti riconosciuti, l'eredità va allo Stato. A quanto pare, il motivo di questo tipo di successione va individuata non solo nell’esigenza di supplire alla mancanza di ogni successibile, ma anche nello sfavore del legislatore verso una successione ereditaria non fondata sul lavoro né sul risparmio ed a vantaggio di soggetti non legati al de cuius da stretti rapporti di parentela. Infatti, mentre nel Codice abrogato del 1865 l’eredità si devolveva allo Stato solo in mancanza di congiunti entro il 10° grado, il Codice vigente del 1942 ha ridotto la successione dei parenti entro il 6° grado.
Fonte: it.wikipedia.org
Scusate se insisto
Inviato: mercoledì 22 ottobre 2008, 2:05
da Pinus
Gentili Lucap e neogeneal,
vi ringrazio intanto per avermi risposto, e spero che qualche altro frequentatore del forum, si ricordi di me. Tornando al nostro quesito, scusate se insisto, ma nonostante le vostre interessanti note, non sono riuscito a sapere ciò che mi lascia perplesso, ovvero, al di la dell'aspetto riguardante la successione e l'eredità, che sinceramente mi interessano poco, io vorrei insistere sul lato familiare della questione. Perchè mai lo Stato o chi per lui, attraverso i suoi eminenti giuristi e legislatori, avrebbe individuato proprio nel 6° grado di parentela, il limite massimo di riconoscimento? Mi rifiuto di credere che sia stata una scelta casuale, o legata a futili motivi, e vorrei davvero saperne di più. Mi auguro che qualcuno che conosce l’arcano, raccolga il mo appello e mi regali un chiarimento esaustivo a riguardo. Ringraziandovi tutti anticipatamente, vi saluto con affetto
Pinus
Inviato: mercoledì 22 ottobre 2008, 8:23
da Gianlu
Non vedo poi così tragico il fatto di scegliere il 6° grado "a caso".
Magari ci saranno anche stati dei motivi (credo però che potrà essere molto difficile scoprirli), ma anche non ci fossero stati?
Nel momento in cui si scrivono delle leggi bisogna fare delle scelte e, se non ci sono motivazioni particolari per scegliere questo o quell'altro numero, qualcosa bisogna scrivere.
E chissà quanti altri casi ci potranno essere. Per esempio: perché una casa deve stare ad almeno 5 metri dal confine? Perché non 4 o 6?
Per finire: Pinus stai tranquillo, i frequentatori del forum non si dimenticano di te, ma magari non sanno come risponderti...

Inviato: mercoledì 22 ottobre 2008, 9:53
da Luca.p
La legge non si occupa degli
affetti, ma degli
effetti che ogni provvedimento avrà sulla convivenza civile. Un tuo nono avo rimane tale anche se nel tuo sangue hai soltanto un cinquecentododicesimo del suo: la tua discendenza da lui non può essere messa in discussione da nessuna legge; l'unico dubbio che potrebbe restarti è se tutte le tue antenate siano state fedeli con i loro mariti... in quel caso non ci sarebbe niente da fare
Sinceramente ti dico, però, che non riesco a capire questa tua necessità di stabilire il
perché di quel numero sei!
Luca
Inviato: mercoledì 22 ottobre 2008, 16:47
da neogeneal
Tieni presente che il codice civile intende la parentela solo a livello legale, gli effetti e non gli affetti come dice giustamente lucap. La famiglia viene vista dal codice come istituto con determinate regole, diritti e doveri, non come legame affettivo tra persone.
Per cui, evidentemente, il sesto grado è parso al legislatore un giusto compromesso tra necessità di trovare parenti cui dare diritti e doveri (successione e obbligo all'assistenza) e la circostanza che i parenti di legge non fossero completamente estranei alla persona. Infatti, il sesto grado non è solo orizzontale ma anche verticale ed in quel modo la "familiarità", intesa come vicinanza e frequentazione delle persone, si dirada rapidamente.