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AIUTO (2)

Inviato: lunedì 27 giugno 2005, 20:58
da Généalogie
ciao tutti,

su un atto di batesimo del 1644, vi vorrei chiedere un aiuto, cosa capite con la frase ... fu fatte le altre ceremonie del catechisemo ..vorebbe dire che il bambino è sempre vivo ??


28 luglio 1644

Giuseppe Albertino figliolo legitimo et naturale del' Sign Domenico Alesio, et di ma. Lavinia sua moglie, fu battesato in casa da Da. Faostina d' Vico, et da me Don Girolamo Marchetti curato fu fatte le altre ceremonie del catechisemo, et il tene la madrina Faostina et ..

Vi ringrazio

Patrice

AIUTO

Inviato: martedì 28 giugno 2005, 0:14
da Borgafr
Secondo me si, il neonato era vivo!

Con cerimonie del catechismo si dovrebbe intendere le parole e i gesti che si debbono fare per impartire il sacramento del battesimo.

borgafr

Inviato: martedì 28 giugno 2005, 7:14
da dome72
Perdonate la mia ignoranza: venivano battezzati anche i bambini morti?

Inviato: martedì 28 giugno 2005, 12:45
da luigi
l'osservazione di Dome72 anche se può far sorridere mi sembra molto acuta ed azzeccata.

AIUTO

Inviato: martedì 28 giugno 2005, 13:39
da Borgafr
Dome72,

Credo proprio che tu abbia ragione :!:
Il Battesimo è bene un sacramento dei vivi :!:
Quando ero piccolo, infatti, mi raccontavano che i bimbi non battezzati andavano nel "Limbo".
Per cui, si cercava di battezzarli al più presto, nel caso in cui....
Oggi, il battesimo è divenuto un'occasione di lancio sociale e si organizzano feste extrafamiliari per le quali il battesimo interviene anche dopo qualche mese :evil:

O TEPORA O MORES

borgafr

Inviato: martedì 28 giugno 2005, 20:01
da lalberogenealogico
In Campania, in particolare la provincia di Avellino, ogni bambino era battezzato sia morto sia in pericolo di morte. In molte ricerche da me effettuate ho notato questa pratica. Nulla esclude che in altre regioni italiane si utilizzasse un sistema diverso in ambito religioso.

Gaetano Petrillo

Inviato: venerdì 1 luglio 2005, 12:49
da xicato
Esiste tutt'oggi la pratica di battezzate i neonati in pericolo di vita e non escludo che praticassero anche "ceremonie del catechisemo" (come scritto nell'atto) in modo tale che il neonato fosse cresimato in caso di morte. Oppure potrebbe essere che il bimbo/a sia stato battezzato e cresimato perchè ci fosse qualche visita pastorale ed abbiamo approffito dell'occasione, o che non fosse mai stato bazzettato (magari per mancanza di tempo) e quindi che abbiamo fatto tutto in quel frangente di tempo.
Io mi darei da fare per trovare altri atti o annotazioni in modo tale da escludere ogni tipo di errore di valutazione e quindi riscontri documentabili.
xicato

Inviato: lunedì 4 luglio 2005, 18:40
da luigi
lalberogenealogico ha scritto:In Campania, in particolare la provincia di Avellino, ogni bambino era battezzato sia morto sia in pericolo di morte. In molte ricerche da me effettuate ho notato questa pratica. Nulla esclude che in altre regioni italiane si utilizzasse un sistema diverso in ambito religioso.

Gaetano Petrillo
IN CAMPANIA .... in particolare nella città di Benevento, al contrario, pur avendo consultato migliaia di atti, non mi è mai capitato di trovare un atto di nascita dove il battesimo era riferito ad un neonato "morto".
D'altra parte secondo la religione cattolica ciò non avrebbe nessun senso ... allora nel "limbo" chi ci va a finire se non i bambini nati morti o comunque non ancora battezzati? Posso immaginare che da qualche parte poteva esserci qualche eccezione, voluta dal parroco locale, ma certamente non una regola. A Benevento, per esempio, in uno dei rami collaterali del mio albero, ho trovato un matrimonio (anno 1900) celebrato tra due cugini di primo grado (figli di fratello e sorella), dove naturalmente è scritto ... che non vi era ... "nessun impedimento salvo la consanguineità di 2° grado". Naturalmente non c'è traccia della dispensa benchè nell'atto se ne parla. Errore voluto??? I parroci trovo che sono persone amabilissimi e simpaticissimi, ma a volte sono più umani di noi, più speciali rispetto a come possiamo immaginarli ... e vai a sapere le vere ragioni per cui volutamente è stato celebrato quel matrimonio! La famiglia aveva radici in quella parrocchia dal 1680, dunque, non si può pensare ad un inganno da parte delle famiglie degli sposi.
ciao,
Luigi

Inviato: lunedì 4 luglio 2005, 21:13
da Borgafr
Ecco quanto trovasi nel "Catechismo della Chiesa cattolica" recentemente editato:

"1261 Quanto ai bambini morti senza Battesimo, la Chiesa non può che affidarli alla misericordia di Dio, come appunto fa nel rito dei funerali per loro."

É chiaro che questa è la regola, ma che può darsi benissimo che qualche parroco abbia battezzato un neonato morto, così soddisfaciendo ad una credulità popolare.

borgafr

AIUTO 2

Inviato: lunedì 4 luglio 2005, 22:16
da Borgafr
Questo un riferimento più antico :

"A partire dai secoli XII-XIII, l'aldilà comincia ad avere una sua struttura geografica e spaziale sempre più definita, composta da tre luoghi: l'Inferno, con i dannati, e il Paradiso, con i beati, e, fra di essi, un aldilà inter­medio e temporaneo, il Purgatorio, in cui i morti macchiati di soli peccati ve­niali o in stato di penitenza incompiuta passano un tempo più o meno lungo. A questi vanno aggiunti altri due luoghi: il limbo dei Patriarchi o dei giusti dell'Antico Testamento, ma non battezzati per aver vis­suto prima dell'Incarnazione, e il limbo dei bambini, che accoglie in eterno i bambini morti senza aver ricevuto il battesimo, i quali non vi subiranno pene corporali, ma a loro non sarà mai concesso partecipare alla gioia suprema della contemplazione di Dio."

borgafr

Inviato: martedì 5 luglio 2005, 13:11
da Généalogie
ciao,
grazie per le vostre risposte,

dalle vostre risposte ho capito che il bambino doveva essere sempre vivo.
E stato battesato in casa (puodarsi dall'ostetrica) per pericolo di morto,
poi il prete gli ha fatto altre ceremonie sempre di battesimo.


Patrice

Inviato: martedì 5 luglio 2005, 14:03
da Giovanna Maria
Hai ragione Patrice.
Il bambino battezzato ufficialmente non è mai un bambino già morto; a riprova di questo si sappia che l'ostetrica, e si trattava sempre di una "ostetrica approvata" (cioè che aveva seguito un apposito corso di catechismo e aveva avuto il placet della curia altrimenti era passibile di condanne fino all'incarcerazione), aveva il potere di battezzare ogni volta che ritenesse il bambino in pericolo anche se non ancora del tutto nato ma comunque vivo altrimenti lo iscriveva negli atti di battesimo come "aborto" e senza nome ma solo con le lettere "n.n." che in questo caso non si riferivano ai genitori ma proprio al mancato nome di battesimo; nei registri parrocchiali di alcune chiese anconitane si legge di bambini battezzati su un piede o addirittura su una natica, se il parto si presentava podalico o peggio. Erano però sempre vivi al momento del battesimo. Generalmente in questi casi estremi (frequenti soprattutto tra i gemelli) morivano madre e figlio. Invece nella maggior parte degli altri casi immediatamente dopo la nascita il parroco o un suo delegato "supplivano le cerimonie" ulteriori di contorno all'atto battesimale in senso stretto già svolto dall'ostetrica. Le altre donne presenti non avevano facoltà di battezzare ma solo di assitere al parto come aiutanti. Anche oggi l'atto del battezzare non è una pratica riservata esclusivamente al sacerdote poichè possono battezzare anche i laici terziari all'occorrenza o, in caso di gravissima necessità, chiunque assista al parto può invocare il battesimo sul neonato e in caso di morte questo viene ritenuto valido.
Ai nati morti viene invece impartita una benedizione di altro tipo.
Per sicurezza sarà sufficiente controllare i registri dei defunti di quella parrocchia negli anni dal giorno della nascita stessa a quello del presunto matrimonio.

P. S. per Luigi: l'eventuale lettera di dispensa della curia la trovi non in parrocchia bensì presso il relativo archivio diocesano. Chiedendo il faldone dell'anno del matrimonio troverai (se sono ancora conservate) tutte le pratiche matrimoniali, dalle "interviste" fatte agli sposi alle lettere di "raccomandazione" dei testimoni, certificati di battesimo degli sposi ed eventuali lettere della curia per la dispensa.
Buon Lavoro :detective:
Giovanna