sto conducendo da qualche tempo una ricerca su un mio antenato, Adriano Doro di Vittorio Veneto, nato il 2 febbraio 1896 da Leandro e Anna Altan e morto nel 1946. Avendo egli partecipato alle due Guerre Mondiali (conservo un documento del Comando del XVII settore di Copertura "Tarvisio" dove viene proposto per la Croce di Guerra), ed essendo poi stato al servizio della Repubblica di Salò, quindi, all'indomani della Resa di Caserta, fu imprigionato per circa un mese presso la Caserma di Vittorio Veneto, e in seguito - dopo essere stato assolto in istruttoria dall'accusa di collaborazionismo dal Comando Militare Alleato di Vittorio Veneto in nome di quello di Treviso - passò, per un errore, alcuni tempi nella cosiddetta Enklave Rimini, prima di tornare a casa i primi di agosto 1945.
(se vi siete già annoiati, saltate all'ultimo paragrafo, perché qui parlo soltanto di ciò che conosco di lui)
Possiedo qualche documento legato al periodo di detenzione nel "campo di concentramento" (lo metto tra virgolette per distinguere ciò che fu quell'esperienza da altre ben diverse e più terribili), ovvero lamentele scritte che egli consegnò all'ufficiale di collegamento inglese in cui asseriva che la sua presenza lì era dovuta a un errore della Pretura di Vittorio Veneto, come in effetti era. Possiedo anche documenti che furono redatti a favore di questo mio antenato in occasione del processo, dove si dichiara che egli, dopo la sua aderenza alla Repubblica di Salò, dalla sua posizione (ufficio ordinamento), salvò alcuni civili da rastrellamenti, fucilazioni o deportazioni. Sempre da questa testimonianza emergono alcuni altri dati interessanti, cito testualmente:
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L'avvocato Adriano Doro:
- ha cessato ogni attività politica nel 1937, perché nauseato di vieti sistemi e di uomini, solo preoccupati d'impinguare il proprio portafoglio, lasciando derisi quanti, credenti nell'idea, avevano sacrificato tempo e danaro inutilmente.
- Venne richiamato alle armi nel 1940 – maggiore del 17esimo sett. Copertura di Tarvisio fino al settembre 1943.
- L'8 settembre 1943 sostenne l'attacco delle S.S. tedesche contro la caserma Italia in Tarvisio, presidiata da 800 uomini e 60 ufficiali. Il combattimento accanito, con largo impiego da parte tedesca di armi pesanti, mortai e cannoni durò 5 ore. Giunse la resa, dopo l'esaurimento completo delle munizioni.
- Non venne internato, dopo alcuni giorni di prigionia, perché piacque la sua franchezza al comandante Tedesco, al quale rifiutò di parlare ai soldati, perché riprendessero subito la lotta in colpa o ragione con essi.Venne posto in libertà a condizione che egli assumesse insieme al maggiore Romoli, comandante le truppe di Fusine Val Romana, l'ordine pubblico e provvedesse a tenerle inquadrate, per disporre il regolare congedo. Conseguite le suddette operazioni, egli stesso veniva congedato.
Veniva richiamato alle armi nel novembre 1943, vi aderiva anche in considerazione che da oltre 3 anni aveva dovuto abbandonare la professione e che gli sarebbe riuscito, data la situazione contingente, estremamente difficile riprendere la sua attività professionale.
- Mossogli appunto per la mancata sua iscrizione al nuovo partito fascista, dichiarava che egli aveva abbandonato ogni attività politica a suo tempo, avendo dissentito da metodi e da uomini e dissentendo ancora perché già in partenza, il nuovo partito aveva iniziato la sua vita con errori imperdonabili: prendendo cioé nel suo grembo la vecchia zavorra.
Tale suo pensiero risulta da una denuncia a suo carico fatta alla federazione fascista a firma Chersi ed Armellin Gino che si allega in copia: Veniva frattanto l'ordine di divieto d'iscrizione al partito fascista degli ufficiali.
1944-1945
- Tutta l'attività svolta da Adriano Doro durante tale periodo si estrinsecò, lontana da ogni e qualsiasi partecipazione politica, in opera di sollievo e di bene, nei limiti delle sue possibilità, a favore di quanti a lui ricorsero.
- Volle esplicitamente che gli venisse affidato l'ufficio ordinamento per meglio ciò fare, rientrando nella competenza di tale ufficio, specialmente pratiche di esonero, pratiche di ricollocamento in congedo, di assegnazione di licenza truffa."
Cerco, insomma, di venire al dunque: ho cercato il foglio matricolare nell'Archivio di Stato di Treviso (dove la sua annata è presente), ma la ricerca ha dato esito negativo. Ho alcuni elementi sulla sua storia, ma penso che un foglio matricolare o uno stato di servizio potrebbero raccontarmi in maniera più organica la sua storia. Sapete a quale ente potrei rivolgermi? I documenti relativi a coloro che aderirono alla Repubblica di Salò dove si trovano?
...E se anche non dovessi riuscire a trovare nulla, sarebbe così scorretto avvalermi, con le dovute (lo sottolineo!) precauzioni, dei racconti dei miei nonni (ho 17 anni)? Potrebbe ancora considerarsi un lavoro "serio"? Grazie mille a chi mi risponderà, spero di non essere andato fuori topic...
