Pagina 1 di 1

servi di pena nel periodo borbonico

Inviato: venerdì 26 ottobre 2018, 12:42
da francesco72
Buongiorno a tutti,volevo porvi un quesito:
facendo le ricerche dei miei antenati ho scoperto che un quadrisavolo di mio nonno è deceduto a Napoli quartiere Chiaia nel 1818,in pieno periodo Borbonico durante il quale ci sono state numerose repressioni. Nell'atto di morte è specificato che era un "servo di pena" presso il Bagno del Carmine.
Il termine servo di pena equivale,per quanto ho potuto leggere,al moderno "ergastolo".Qualcuno di voi ha più informazioni in merito?
Mi interessa sapere il motivo per cui parecchie persone venivano condannate a a tutto ciò, esistono delle pubblicazioni in merito?
Grazie a tutti

Inviato: venerdì 26 ottobre 2018, 13:03
da mmogno
Credo che "servo di pena" non sia un ergastolano, ma più genericamente un detenuto in espiazione

Inviato: venerdì 26 ottobre 2018, 15:11
da Strategico8
Forse scontava i lavori forzati (servitù a causa di una pena comminata). Dovresti indagare sulla storia del Bagno del Carmine.

Inviato: venerdì 26 ottobre 2018, 17:16
da Tonia
Effettivamente, i servi di pena erano i galeotti condannati ai ferri.
Di solito erano destinati (dallo Stato o dall’Amministrazione penitenziaria) a lavori di manovalanza.

Inviato: venerdì 26 ottobre 2018, 18:48
da piacentino
A partire dalla seconda metà del II sec. d.C. i condannati alle pene capitali - vivi crematio, crux, ad gladium, ad furcam, ad bestias, in ludum venatorium, ad metalla e in opus metalli - sono tutti egualmente designati nelle fonti giuridiche come servi poenae, 'schiavi della pena', e all'uniformità del nome si collega uno statuto giuridico unitario. Destinati all'eliminazione, dal momento in cui è pronunciata la condanna, per tutto l'intervallo che li separa dalla morte, sono privati di ogni diritto e in questo lasso di tempo l'impero si appropria delle loro persone, rendendo le loro esecuzioni oggetto di spettacolo (damnatio ad bestias o in ludum) o sfruttando su larga scala la loro forza lavoro (damnatio ad metalla). Questa peculiare forma di assoggettamento che, pur avendo tratti in comune con la schiavitù antica, se ne distingue per la maggiore durezza e il carattere irreversibile,
https://www.edizioniesi.it/pubblicazion ... riale.html

Nel periodo Borbonico erano chiamati "Serví di pena" i galeotti nelle Carte burocratiche del tempo a registrazione dei servigi resi dal lavoro coatto . Tanti sono stati uccisi dalla polizía borbonica non per colpe particolari ne perche rappresentavano un vero pericolo se non quello, forse , che si associassero agli insorti.
Cosí sono stati uccisi centoquattordici Serví di pena in Sicilia, cui nomi sono elencati nel libro

Gran Teatro Camilleri
Di Salvatore Bancheri, Giuliana Benvenuti, Giovanni De Luna, Tullio De Mauro, Salvatore Ferlita, Paolo Giovannetti, Stefano Jossa, Franco Lo Piparo, Giuseppe Lupo, Emiliano Morreale, Salvatore Silvano Nigro, Mauro Novelli, Ermanno Paccagnini, Matteo Palumbo, Stefano Salis, Roberto Scarpa, Vittorio Spinazzola