Nato senza vita
Moderatori: Collaboratori, Staff
- franco54
- Livello1
- Messaggi: 51
- Iscritto il: martedì 22 ottobre 2019, 11:15
- Località: Roma
Nato senza vita
Buongiorno a tutti,
ho un antenato che dall'atto di nascita del 1887 risulta nato senza vita. Non trovo il certificato di morte, in questi casi non veniva registrato nei libri degli atti di morte? Nell'albero genealogico come va rappresentato? Grazie per l'aiuto che mi darete - Franco
ho un antenato che dall'atto di nascita del 1887 risulta nato senza vita. Non trovo il certificato di morte, in questi casi non veniva registrato nei libri degli atti di morte? Nell'albero genealogico come va rappresentato? Grazie per l'aiuto che mi darete - Franco
- ziadani
- Amministratore
- Messaggi: 14656
- Iscritto il: martedì 9 agosto 2011, 20:01
- Località: Torino
A parte che tecnicamente gli antenati non possono essere nati morti poiché gli antenati sono solo i genitori, i nonni, i bisnonni e via discorrendo, io indico la stessa data di nascita e quella di morte. Normalmente poi ai "nati morti" non veniva attribuito il nome, quindi li indico solo come "N. + cognome".
Per la mia esperienza posso dire di aver visto l'atto di morte solo per bambini sopravvissuti, anche poco, al parto e mai per i bimbi nati morti.
Per la mia esperienza posso dire di aver visto l'atto di morte solo per bambini sopravvissuti, anche poco, al parto e mai per i bimbi nati morti.
-
- Livello3
- Messaggi: 505
- Iscritto il: martedì 27 febbraio 2018, 1:45
- Località: Danzica
-
- Esperto
- Messaggi: 2581
- Iscritto il: venerdì 26 settembre 2008, 11:40
- Località: Castelnuovo Bocca d'Adda (Lodi)
Mi sembra strano che abbiano registrato un bambino nato morto. Troppo scrupolo burocratico? Se un bambino nasce già morto non ha mai vissuto, è un aborto sostanzialmente. Io non lo segnerei neanche. Nei casi di bambini nati vivi e scampati poche ore io metto N. M. e la data di nascita che coincide con quella di morte.
io 1983-G.Pietro 1955-Antonio 1920-Carlo Andrea 1886-Pietro 1850-Giulio 1812-G.Batta 1789-Francesco M. 1760-G.Batta 1717-Francesco M. 1692-G.Batta 1657-Carlo G. 1629-G.Batta 1591-G.Andrea 1565-Pietro-G.Francesco-Pietro di Bartolomeo Broffadelli e Rosa Pisati di Leonino-Bertolino-Leonino? (v. 1428)
-
- Collaboratore
- Messaggi: 7843
- Iscritto il: martedì 18 settembre 2007, 12:04
- franco54
- Livello1
- Messaggi: 51
- Iscritto il: martedì 22 ottobre 2019, 11:15
- Località: Roma
Grazie a tutti per le risposte ricevute. Nel descrivere il caso non vi avevo informati che si tratta della nascita di due gemelli, Giacomo e Mariano, vi allego il link a family search https://www.familysearch.org/ark:/61903 ... cat=817432 dove potete vedere la modalità adottata nella registrazione. L'unico sopravvissuto è Giacomo. Dagli stessi genitori due anni dopo, nel 1889, sono nate altre due gemelle, vissute una un giorno e l'altra tre giorni.
Credo che inserirò comunque Mariano nell'albero facendo coincidere la data di nascita con quella di morte, soprattutto per evidenziare la nascita dei gemelli, un dato importante nella mia famiglia, infatti io stesso sono gemello.
Credo che inserirò comunque Mariano nell'albero facendo coincidere la data di nascita con quella di morte, soprattutto per evidenziare la nascita dei gemelli, un dato importante nella mia famiglia, infatti io stesso sono gemello.
-
- Livello5
- Messaggi: 1049
- Iscritto il: giovedì 15 maggio 2014, 15:38
- Località: France
Io ne ho 2/3 che sono vissuti poche ore ma che sono stati battezzati in tempo infatti hanno un nome.
Ho un appunto di "un nato morto" con scritto sull'atto "Innominato". Non so se pero' in effetti ci fosse scritto "nato morto" o "nato e morto", non riesco a ritrovare l'atto.
PS: sull'indice dei decessi di Porto Azzurro, Antenati" risulta il decesso. Non ce l'ho pero' tra gli atti della parrocchia. L'anno, il 1811, non c'è su Antenati. Eppure il "nato morto" non l'ho sognato!
Ho un appunto di "un nato morto" con scritto sull'atto "Innominato". Non so se pero' in effetti ci fosse scritto "nato morto" o "nato e morto", non riesco a ritrovare l'atto.
PS: sull'indice dei decessi di Porto Azzurro, Antenati" risulta il decesso. Non ce l'ho pero' tra gli atti della parrocchia. L'anno, il 1811, non c'è su Antenati. Eppure il "nato morto" non l'ho sognato!
Nanni > Antonio > Giovanni > Simone > Giovanni > Simone 1654 > Giovanni Maria 1671 > Sinibaldo Innocentio Antonio 1696 > Francesco Andrea 1740 > Sinibaldo 1773 > Francesco Giuseppe 1827 > Angiolo Pietro Sinibaldo 1865 > Mario 1895 > Angiolo 1924 > Mario 1954
-
- Collaboratore
- Messaggi: 7843
- Iscritto il: martedì 18 settembre 2007, 12:04
Scusate la riflessione, ma quello, che più mi colpisce è che i genitori non sentissero il dovere di dare un nome anche al nato morto,come se per 9 mesi la madre avesse portato in grembo una "cosa", non un essere vivente.
Non posso credere, che non esistesse un legame con quella creatura defunta o forse i tempi e le situazioni erano diverse, profondamente, da oggi.
Le annotazioni dei vari parroci , in questi casi, sono "neutre", del tipo, "via uno sotto un altro..."
Le morti dei bimbi e delle madri erano usuali e così, l'abitudine, avrà reso meno pietose le registrazioni, almeno credo.
Resta il fatto che quando trovo scritte di questo genere, rivolgo sempre un pensiero al bimbo...
Non posso credere, che non esistesse un legame con quella creatura defunta o forse i tempi e le situazioni erano diverse, profondamente, da oggi.
Le annotazioni dei vari parroci , in questi casi, sono "neutre", del tipo, "via uno sotto un altro..."
Le morti dei bimbi e delle madri erano usuali e così, l'abitudine, avrà reso meno pietose le registrazioni, almeno credo.
Resta il fatto che quando trovo scritte di questo genere, rivolgo sempre un pensiero al bimbo...
-
- Livello1
- Messaggi: 194
- Iscritto il: mercoledì 24 maggio 2017, 21:27
- Località: Torino
- dondi61
- Livello1
- Messaggi: 113
- Iscritto il: martedì 11 dicembre 2012, 13:42
Io ho una zia che è nata morta a cui è stato dato il nome, era la prima figlia ed è morta in un modo non bello, l'ostetrica alla nascita diciamo che ha usato il forcipe con troppa energia, comunque oltre al nome ho trovato sia l'atto di nascita che di morte ma era il 1927 forse erano un po' cambiate le cose per fortuna, pero' non riesco ad avere dal comune l'allegato in cui ci sarebbe stato scritto la causa di morte. A mia mamma poi hanno dato lo stesso nome ma invertendolo lei era Maria Anna mia mamma Anna Maria.
-
- Livello5
- Messaggi: 1049
- Iscritto il: giovedì 15 maggio 2014, 15:38
- Località: France
Se hanno un nome, cioè sono stati battezzati in tempo, li metto nella genealogia.
Nanni > Antonio > Giovanni > Simone > Giovanni > Simone 1654 > Giovanni Maria 1671 > Sinibaldo Innocentio Antonio 1696 > Francesco Andrea 1740 > Sinibaldo 1773 > Francesco Giuseppe 1827 > Angiolo Pietro Sinibaldo 1865 > Mario 1895 > Angiolo 1924 > Mario 1954
-
- Livello1
- Messaggi: 194
- Iscritto il: mercoledì 24 maggio 2017, 21:27
- Località: Torino
In riferimento alla tua riflessione, credo che la percezione della nascita e soprattutto della morte, soltanto un secolo fa, fosse molto diversa dalla attuale. In particolare, i bambini solo in epoca molto recente iniziano ad essere considerati esseri umani a tutti gli effetti e, anzi, particolarmente bisognosi di attenzioni e cura in quanto non autosufficienti. Nel passato non era così. Ci sono studi e testi di storia molto interessanti, che analizzano per esempio il modo in cui era concepita l'infanzia in età moderna e medievale.cannella55 ha scritto:Scusate la riflessione, ma quello, che più mi colpisce è che i genitori non sentissero il dovere di dare un nome anche al nato morto,come se per 9 mesi la madre avesse portato in grembo una "cosa", non un essere vivente.
Non posso credere, che non esistesse un legame con quella creatura defunta o forse i tempi e le situazioni erano diverse, profondamente, da oggi.
Le annotazioni dei vari parroci , in questi casi, sono "neutre", del tipo, "via uno sotto un altro..."
Le morti dei bimbi e delle madri erano usuali e così, l'abitudine, avrà reso meno pietose le registrazioni, almeno credo.
Resta il fatto che quando trovo scritte di questo genere, rivolgo sempre un pensiero al bimbo...
Senza andare troppo lontano nel tempo, c'è il bellissimo libro di Nuto Revelli, "Il mondo dei vinti"(studio effettuato nel mondo contadino di alcune valli piemontesi tra fine 800 e primi 900), da cui emerge che ancora ai primi del 900, la morte di bambini piccoli era vissuta come un qualcosa di ineluttabile, di naturale. Le donne partorivano e il giorno dopo il parto andavano a lavorare nei campi, portandosi il neonato dietro, e in queste condizioni le morti erano esperienza quotidiana. Figuriamoci quella di un neonato morto appena nato.
(Scusate la lunga digressione, ma la riflessione di cannella mi sembrava interessante).
- maxlaura
- Livello2
- Messaggi: 391
- Iscritto il: domenica 5 maggio 2019, 18:29
Posso citare il caso di una mia bis-bis nonna morì nel 1833 a causa di un aborto, presumo quindi che il bimbo sia nato senza vita e prematuro il nome gli venne comunque dato (Uguale a quello del padre) e compare nel registro dei morti insieme a sua mamma.
https://postimg.cc/JHGxsmcT
https://postimg.cc/pmNCLw9Z
https://postimg.cc/JHGxsmcT
https://postimg.cc/pmNCLw9Z
-
- Collaboratore
- Messaggi: 7843
- Iscritto il: martedì 18 settembre 2007, 12:04
La ricerca, come ho già detto mille volte, rappresenta anche un modo per conoscere la vita di periodi molto lontani da noi, con tutte le implicazioni connesse.
Non credo sia una riflessione fuori luogo perchè , venendo a contatto con i dati, ci trasformiamo automaticamente in storici e molto altro.
Grazie Chiara per aver aggiunto il tuo parere.Mi procurerò il libro di Revelli.
Non credo sia una riflessione fuori luogo perchè , venendo a contatto con i dati, ci trasformiamo automaticamente in storici e molto altro.
Grazie Chiara per aver aggiunto il tuo parere.Mi procurerò il libro di Revelli.