Sicilia... cerco aiuto per dilemma
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Sicilia... cerco aiuto per dilemma
Salve a tutti, sto facendo la ricerca genealogica sugli antenati di mio marito. I suoi antenati erano siciliani e ho sempre saputo che il nonno, nato nel 1896 apparteneva ad una famiglia di Baroni... il nonno si è laurato a Venezia e questo è appurato con tanto di documentazione... Un mese fa decido di fare ricerche avendo tutti i documenti online, mi fper farla breve, il padre del nonno era un contadino, dei titoli nobiliari ovviamente nemmeno l'ombra e appurato, fino a metà 700 erano tutti contadini... la data di nascita a noi nota era sbagliata infatti risukta essere nato 2 anni prima... coincide tutto, genitori e fratelli... come può essere possibile questa cosa??? Ai primi del 900 un contadino con 3 figli non poteva mandare un figlio a studiare a Venezia, una sorella non so ma anche l'altro figlio nato nel 1905 si è laureato... a detta di mia suocera, il padre era un farmacista... cosa c'è dietro a tutto questo??? Grazie per l aiuto. P.S ovviamente in famiglia non ho detto niente 😄
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Premetto che è un discorso generale quello che sto facendo, perché non conosco la situazione di questa famglia nello specifico: purtroppo spesso le persone che riuscivano a risalire le classi sociali per una qualche fortuna, avevano poi vergogna delle proprie umili origini (succede spesso ancora oggi) e si inventavano un passato glorioso e nobile, ritenendo che essere figli di baroni o conti o non so che, fosse più dignitoso che essere figli di contadini. Queste persone, però, non conoscevano bene la storia, perché proprio in Sicilia la storia dei nobili è una storia di continui soprusi contro i sudditi, che lavoravano come muli, guadagnando solo quanto serviva loro per campare e a volte neanche quello, per cui alla fine è più dignitoso dire che sono figlio di contadini piuttosto che di baroni.
Poi succede un fatto particolare con l'unificazione dell'Italia, vengono soppressi gli ordini religiosi e le terre in loro possesso passano, per la maggior parte, in proprietà ai mezzadri o agli enfiteuti, che le gestivano, è una botta di ricchezza per molta gente, questa classe sociale viene detta in Sicilia "viddani arrinisciuti" che sarebbe "contadini riusciti" perché passano dall'essere dipendenti con diritto a una percentuale sui frutti del loro lavoro alla piena proprietà, molti si arricchiscono e in qualche decennio diventano ricchi possidenti e si trasferiscono nelle città.
L'epoca di nascita di questo antenato rientra un po' in quel periodo, perché la soppressione avviene nel 1866/67, quindi giusto 30 anni prima della sua nascita, il tempo giusto per arricchirsi. Potrebbe, quindi, essere stata questa la reale vicenda.
In maniere più semplice, potrebbe darsi che gli studi gli siano stati consentiti dall'aiuto di un parente o di un padrino, cosa che accadeva, non spesso purtroppo, ma c'era qualcuno che sapeva riconoscere le qualità di un ragazzo e le incoraggiava.
Poi succede un fatto particolare con l'unificazione dell'Italia, vengono soppressi gli ordini religiosi e le terre in loro possesso passano, per la maggior parte, in proprietà ai mezzadri o agli enfiteuti, che le gestivano, è una botta di ricchezza per molta gente, questa classe sociale viene detta in Sicilia "viddani arrinisciuti" che sarebbe "contadini riusciti" perché passano dall'essere dipendenti con diritto a una percentuale sui frutti del loro lavoro alla piena proprietà, molti si arricchiscono e in qualche decennio diventano ricchi possidenti e si trasferiscono nelle città.
L'epoca di nascita di questo antenato rientra un po' in quel periodo, perché la soppressione avviene nel 1866/67, quindi giusto 30 anni prima della sua nascita, il tempo giusto per arricchirsi. Potrebbe, quindi, essere stata questa la reale vicenda.
In maniere più semplice, potrebbe darsi che gli studi gli siano stati consentiti dall'aiuto di un parente o di un padrino, cosa che accadeva, non spesso purtroppo, ma c'era qualcuno che sapeva riconoscere le qualità di un ragazzo e le incoraggiava.
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No perché la moglie non era nobile, apperteneva a una famiglia benestante ma non nobile e non era siciliana... c'è qualcosa che non torna comunque...alegdansk ha scritto:Il titolo baronale potrebbe averglielo trasmesso la moglie.
I fondi necessari per studiare a Venezia potrebbero invece esser stati versati da qualche protettore della famiglia... chissà...
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Avevo scritto un lungo messaggio ma devo aver sbagliato qualcosa... comunque faccio un sunto: qualcosa di strano c'è sotto, la data di nascita, 2 anni prima e mai cambiata, e carta canta, ho l'atto di nascita.. io sono arrivata a pensare che fosse un figlio illegittimo di qualche uomo o donna facoltoso che poi l'ha mantenuto negli studi, ma anche l altro figlio si è laureato... io discendo da contadini e i figli li mandavano a lavorare a 5 anni e se arrivavano a alla terza elementare era un lusso, magari al sud non era così, ma dubito. L'unica cosa certa è che la laurea l ha presa e ha fatto carriera, il resto non so dovvero cosa pensare, credo che non dirò niente a casa, non per altro, non voglio sporcare l'immagine di una persona che ha fatto solo del bene... però mi piacerebbe capireKaharot ha scritto:Premetto che è un discorso generale quello che sto facendo, perché non conosco la situazione di questa famglia nello specifico: purtroppo spesso le persone che riuscivano a risalire le classi sociali per una qualche fortuna, avevano poi vergogna delle proprie umili origini (succede spesso ancora oggi) e si inventavano un passato glorioso e nobile, ritenendo che essere figli di baroni o conti o non so che, fosse più dignitoso che essere figli di contadini. Queste persone, però, non conoscevano bene la storia, perché proprio in Sicilia la storia dei nobili è una storia di continui soprusi contro i sudditi, che lavoravano come muli, guadagnando solo quanto serviva loro per campare e a volte neanche quello, per cui alla fine è più dignitoso dire che sono figlio di contadini piuttosto che di baroni.
Poi succede un fatto particolare con l'unificazione dell'Italia, vengono soppressi gli ordini religiosi e le terre in loro possesso passano, per la maggior parte, in proprietà ai mezzadri o agli enfiteuti, che le gestivano, è una botta di ricchezza per molta gente, questa classe sociale viene detta in Sicilia "viddani arrinisciuti" che sarebbe "contadini riusciti" perché passano dall'essere dipendenti con diritto a una percentuale sui frutti del loro lavoro alla piena proprietà, molti si arricchiscono e in qualche decennio diventano ricchi possidenti e si trasferiscono nelle città.
L'epoca di nascita di questo antenato rientra un po' in quel periodo, perché la soppressione avviene nel 1866/67, quindi giusto 30 anni prima della sua nascita, il tempo giusto per arricchirsi. Potrebbe, quindi, essere stata questa la reale vicenda.
In maniere più semplice, potrebbe darsi che gli studi gli siano stati consentiti dall'aiuto di un parente o di un padrino, cosa che accadeva, non spesso purtroppo, ma c'era qualcuno che sapeva riconoscere le qualità di un ragazzo e le incoraggiava.
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Un mio quadrisavolo viene citato su un atto contadino...su quelli successivi possidente...ha fatto studiare i suoi figli che nell'800 leggevano scrivevano e firmavano atti ,visto che erano messi comunali. Quindi il fatto che fosse contadino non significa necessariamente " povero", per lo meno questo è quello che ho potuto appurare io nella mia famiglia.Shilou ha scritto:Si ma sugli atti erano registrati come possidenti e non come contadini... bohhhh 😱maxlaura ha scritto:Anche i contadini potevano essere benestanti.
Ad es. i miei avi ho appurato che almeno fino a metà 800 erano contadini possidenti che economicamente se la passavano bene.
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Per me non è sporcare perché come dicevo, guardando alla storia ci fu più dignità nei contadini che nei nobili, purtroppo.Shilou ha scritto:non voglio sporcare l'immagine di una persona che ha fatto solo del bene... però mi piacerebbe capire
Tuttavia se in famiglia non sono pronti a questa verità è meglio tacerla, d'altra parte non cambia nulla se si sa o no.
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Senza fare un discorso antropologico, la maggior parte di noi ha origini contadine. Senza agricoltura ed allevamento, l'uomo tornerebbe al suo stato primitivo, cioè quello di nomade cacciatore/raccoglitore. La maggior parte delle famiglie nobili ha origini umili (da "humus" ossia "terra") come i Savoia che cominciarono ad arricchirsi esigendo pedaggi sui passi montani o i Medici che, prima di aprire banche e finanziarie i papi, erano agricoltori.
Esistevano mezzadri che accumulavano più ricchezza dei commercianti di città e massari che possedevano più terra di certi baroni.
Esistevano mezzadri che accumulavano più ricchezza dei commercianti di città e massari che possedevano più terra di certi baroni.
- maxlaura
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Non necessariamente: in molti atti erano semplicemente definiti contadini. Solo in alcuni atti erano definiti agricoltori possidenti: ovvero erano contadini che lavoravano terre di loro proprietà.Shilou ha scritto:Si ma sugli atti erano registrati come possidenti e non come contadini... bohhhh 😱maxlaura ha scritto:Anche i contadini potevano essere benestanti.
Ad es. i miei avi ho appurato che almeno fino a metà 800 erano contadini possidenti che economicamente se la passavano bene.
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Avevo risposto, ma non trovo più il mio intervento.Se risultasse doppio, cancellatelo pure, ho la febbre!
La favoletta delle nobili origini girava anche nella mia famiglia, carte zero.
I miei furono sempre ricchi possidenti, fiduciari del nobile locale, di cui gestivano anche i possedimenti.
Sapevano leggere e scrivere sin dal 1500 e si fregiavano del titolo di "Domini", che vuol dire tutto e niente.
Dal 1650, la famiglia si imparentò, tramite matrimonio , con nobili locali, niente di che.
La mia pentavola era la sposa, ma da qui a dire che la famiglia fosse nobile ce ne passa:lo era lei, ma sposando un ricco possidente, non credo potesse più fregiarsi di alcun titolo.
Da lì penso sia nata la favola della nobiltà.
Dal periodo napoleonico, i ricchi possidenti, diventarono solo contadini, ma erano gli stessi di prima, con lo stesso patrimonio.
Le donne si laurearono: in Piemonte, dove non arrivava la famiglia, si poteva accedere ad un fondo a disposizione degli studenti meritevoli.
Un contadino benestante poteva far studiare i propri figli sino all'Università, poi le storie famigliari sono ricche di spunti, che noi ricercatori "seri", abbiamo il dovere di verificare.
Personalmente, non ho più parenti a cui dire che non siamo nobili, ma sinceramente, non so se lo avrei detto a mio padre, probabilmente sì, era un uomo intelligente ed amante del vero.
Meglio onesti e con le pezze....,che nobili e fanfaroni.
La favoletta delle nobili origini girava anche nella mia famiglia, carte zero.
I miei furono sempre ricchi possidenti, fiduciari del nobile locale, di cui gestivano anche i possedimenti.
Sapevano leggere e scrivere sin dal 1500 e si fregiavano del titolo di "Domini", che vuol dire tutto e niente.
Dal 1650, la famiglia si imparentò, tramite matrimonio , con nobili locali, niente di che.
La mia pentavola era la sposa, ma da qui a dire che la famiglia fosse nobile ce ne passa:lo era lei, ma sposando un ricco possidente, non credo potesse più fregiarsi di alcun titolo.
Da lì penso sia nata la favola della nobiltà.
Dal periodo napoleonico, i ricchi possidenti, diventarono solo contadini, ma erano gli stessi di prima, con lo stesso patrimonio.
Le donne si laurearono: in Piemonte, dove non arrivava la famiglia, si poteva accedere ad un fondo a disposizione degli studenti meritevoli.
Un contadino benestante poteva far studiare i propri figli sino all'Università, poi le storie famigliari sono ricche di spunti, che noi ricercatori "seri", abbiamo il dovere di verificare.
Personalmente, non ho più parenti a cui dire che non siamo nobili, ma sinceramente, non so se lo avrei detto a mio padre, probabilmente sì, era un uomo intelligente ed amante del vero.
Meglio onesti e con le pezze....,che nobili e fanfaroni.
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- Iscritto il: martedì 18 aprile 2017, 23:50
Onestamente i racconti su questa persona sono fatti da mio suocero e da mia suocera, la persona in questione è morta 50 anni fa e quindi mi rifaccio ai racconti di famiglia... a me delle nobili origini non importa nulla, anche i miei antenati erano contadini poi possidenti poi di nuovo contadini sui documenti, non è questo il problema, il fatto è che far passare un contadino per un farmacista ce ne vuole... e da chi sua iniziata questa leggenda della nobiltà non so magari non da questa persona ma dal figlio cioè mio suocero... boh io ci rinuncio... 😊😊😊cannella55 ha scritto:Avevo risposto, ma non trovo più il mio intervento.Se risultasse doppio, cancellatelo pure, ho la febbre!
La favoletta delle nobili origini girava anche nella mia famiglia, carte zero.
I miei furono sempre ricchi possidenti, fiduciari del nobile locale, di cui gestivano anche i possedimenti.
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Dal 1650, la famiglia si imparentò, tramite matrimonio , con nobili locali, niente di che.
La mia pentavola era la sposa, ma da qui a dire che la famiglia fosse nobile ce ne passa:lo era lei, ma sposando un ricco possidente, non credo potesse più fregiarsi di alcun titolo.
Da lì penso sia nata la favola della nobiltà.
Dal periodo napoleonico, i ricchi possidenti, diventarono solo contadini, ma erano gli stessi di prima, con lo stesso patrimonio.
Le donne si laurearono: in Piemonte, dove non arrivava la famiglia, si poteva accedere ad un fondo a disposizione degli studenti meritevoli.
Un contadino benestante poteva far studiare i propri figli sino all'Università, poi le storie famigliari sono ricche di spunti, che noi ricercatori "seri", abbiamo il dovere di verificare.
Personalmente, non ho più parenti a cui dire che non siamo nobili, ma sinceramente, non so se lo avrei detto a mio padre, probabilmente sì, era un uomo intelligente ed amante del vero.
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- Iscritto il: martedì 18 aprile 2017, 23:50
Nessuno ha mai nominato contadini o possidenti, ma sempre un trisnonno farmacista... ora io penso comunque che un contadino nella Sicilia di fine 800 non potesse far studiare il figlio alla Cà Foscari di Venezia, e che abbia studiato li l'ho visto con i miei occhi dalle foto e facendo ricerche... inoltre un altro figlio laureato a Roma... sinceramente i contadini nel nord dove vivo, non avevano tutta questa disponibilità... mah ormai ci rinunciofabifado69 ha scritto:Un mio quadrisavolo viene citato su un atto contadino...su quelli successivi possidente...ha fatto studiare i suoi figli che nell'800 leggevano scrivevano e firmavano atti ,visto che erano messi comunali. Quindi il fatto che fosse contadino non significa necessariamente " povero", per lo meno questo è quello che ho potuto appurare io nella mia famiglia.Shilou ha scritto:Si ma sugli atti erano registrati come possidenti e non come contadini... bohhhh 😱maxlaura ha scritto:Anche i contadini potevano essere benestanti.
Ad es. i miei avi ho appurato che almeno fino a metà 800 erano contadini possidenti che economicamente se la passavano bene.