Questa che segue non è una domanda che ha una riposta facile, né una risposta facile cerco. Vorrei piuttosto avere un confronto con chi è più esperto di me in materia per capire se sia possibile dipanare una questione parecchio complessa, o almeno ricavare qualcuno dei dati. Mi scuso in anticipo, ma sarà lunga. Potrei anche aver sbagliato sezione in cui postare, nel caso spostate pure!
Premessa.
Siamo a Torino. Mio nonno, classe 1924 e figlio unico, rimane orfano di padre nel 1938. Sua madre non si risposa, ma essendo rimasta vedova giovane (aveva 37 anni), non mi stupisce più di tanto aver scoperto di un suo "fidanzato", un tal Sandro di cui non conosco il cognome. Questo Sandro era sicuramente "fidanzato in casa" (notare le virgolette) perché mio nonno era al corrente della relazione che c'era fra i due: tutto questo mi è noto grazie alla fitta corrispondenza intercorsa fra mia bisnonna e mio nonno durante il periodo di prigionia in Germania di quest'ultimo; oltre che le lettere che lui spediva dalla Germania, ho anche tutte le lettere di risposta, che ha conservato gelosamente e riportato a casa una volta liberato.
E qui la storia si intrica.
Quando era da poco tornato dalla Germania, mio nonno partì per Messina insieme a sua madre. Restarono in Sicilia (se fosse Messina città o qualche paese nei dintorni, non è dato sapersi) per circa sei mesi, prima di tornare a Torino. Interrogato a riguardo da mia nonna, anni dopo, rispose: "Quando muore mia madre, te lo racconto". Mia nonna, purtroppo, non è mai stata una persona curiosa, e non ha mai più chiesto informazioni.
Quello che sappiamo (mio padre ed io) di per certo, è che nella prima metà del 1946 fecero armi e bagagli e partirono, si presume per restare: tra i bagagli era incluso un grosso guardaroba in legno, che andò per nave. Fatto sta che il guardaroba tornò indietro, e con esso i suoi proprietari. Non avevamo la minima idea del perché si fossero trasferiti a Messina, finché, qualche tempo fa, facendo pulizia in una scatola di vecchie carte, non sono spuntate fuori alcune lettere, indirizzate alla mia bisnonna, firmate da Sandro e spedite da Messina tra la fine del 1947 e l'inizio del 1948.
In queste lettere, Sandro non fa che ripeterle come si stia mettendo a posto col lavoro e la casa, così che, quando finalmente la raggiungerà, sarà tutto in ordine e lui pronto ad accoglierli.
Piccolo spoiler: mia bisnonna non tornerà mai a Messina.
In calce ad ogni lettera, ci sono sempre alcune righe di saluto aggiunte da una certa Rita, che scrive a mia bisnonna come se si fossero conosciute e fossero amiche. Di Rita so ancora meno di quanto so di Sandro: una parente? Un'amica di famiglia? Una conoscente torinese emigrata tempo prima? Chi lo sa.
Si fa anche cenno ad un certo Eligio (tutti, rigorosamente, senza cognome), che ho dedotto essere il marito di Rita, e che, da alcuni accenni, ho intuito possa essere stato in carcere (o forse anche lui prigioniero in Germania) fino al novembre del 1947.
E poi, c'è Francesco.
Francesco scrive a mia bisnonna, nel settembre del 1947 da Buenos Aires, una singola, straziante lettera, nella quale la rimprovera di non averlo voluto sposare e di averlo "costretto" ad andarsene in Argentina, la perdona per questa sua decisione, la libera da ogni impegno e le comunica che le sue condizioni di salute stanno peggiorando e si farà ricoverare in ospedale.
Nel 1950, mia bisnonna compra il terreno su cui è stata costruita la casa dove hanno vissuto lei e mio nonno, e successivamente mia nonna, e quindi mio padre, insieme ad un certo Giovanni, di cui, a differenza dei precedenti, conosco tutto, e con il quale rimarrà "amica" (sempre, rigorosamente, senza sposarsi né convivere) fino alla di lui prematura morte, nel 1957.
Che storia lunga, mi direte, con ragione.
Ma ora vengo alle questioni pratiche, pur riponendo poca speranza in una soluzione, come dicevo già all'inizio di questo papiro.
Primo: Sandro (Alessandro?). Irrintracciabile: senza un cognome, senza una data di riferimento (aveva la stessa età di mia bisnonna? Dieci anni in più? Dieci in meno? Chi lo sa), la ricerca è impossibile.
Lavorava presso un oleificio ma cercando su Google il nome del proprietario non ci sono risultati: che abbia chiuso? Che il nome non fosse quello? Che abbia cambiato denominazione? Chi può dirlo.
Anche facendo riferimento a Rita (Margherita?) ed Eligio, la cosa non è più semplice: ammettendo che Eligio fosse in carcere, non credo che sia una ricerca molto più semplice da effettuare, sempre senza un cognome. Se poi fosse stato prigioniero in Germania, mai più.
Secondo: Francesco. Di costui, miracolosamente, conosco il cognome. Ho provato, più per scherzo che sul serio, a cercarlo negli elenchi del CISEI. Immaginate la mia confusione quando ho trovato un riferimento credibile: Francesco R., arrivato a Buenos Aires nel luglio del 1947, 52 anni all'epoca (quindi classe 1895 - mia bisnonna era del 1901) nato a Volpiano. Volpiano dista 10 km scarsi da Torino, quindi non è del tutto improponibile pensare che sia lui il Francesco che vado cercando.
Sul sito del CISEI non è visibile la scheda di immigrazione completa, ho mandato una mail al centro studi sull'immigrazione argentino e sto aspettando una risposta, anche se non so esattamente cosa spero: anche se mi mandassero copia integrale della scheda, non otterrei molto di più di quel che (non) so ora. Oltretutto, non essendo il cognome di Francesco molto frequente a Volpiano, trovare l'atto di battesimo è stato molto semplice, benché inutile.
C'è una lettera di Francesco, indirizzata a mio nonno, datata dicembre 1944, in cui gli racconta di essere a Vienna da undici mesi. A quanto si capisce, ci è andato a lavorare di sua spontanea volontà (in un punto di questa lettera parla di una licenza di venti giorni che ha trascorso a Torino), nonostante all'epoca Vienna facesse parte della Germania. Fa cenno ad un amore infelice che lo ha costretto a partire, sempre senza fare nomi (e ci mancherebbe altro, se l'amore infelice era quello della madre del destinatario della lettera!).
Vengo al dunque, dopo questa valanga di parole: esiste qualcosa di concreto che io possa fare per rintracciare queste due persone? Esiste un elenco degli immigrati in Germania nel 1944 da cui poter confrontare il Francesco che va in Argentina con il Francesco che stava a Vienna? Esiste un elenco della Camera di Commercio con gli oleifici della provincia di Messina nel 1947? Posso, in definitiva, fare qualcosa, secondo il vostro parere?
Se la vicenda vi appare confusa e aveste bisogno di chiarimenti, o se aveste piacere di conoscere il contenuto esatto delle lettere di Sandro e Francesco, sono a disposizione.
Grazie per essere arrivati fino in fondo!
Allego, per scrupolo, una fotografia ritrovata in quella stessa scatola che conteneva le lettere. La mia bisnonna è quella in piedi a destra, col vestito nero a fiori bianchi. Dovrebbe essere stata scattata in Sicilia, e a me piace pensare che il signore sulla destra che la guarda sia Sandro.
