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Bufala oppure un prezioso documento
Inviato: martedì 24 agosto 2010, 1:46
da fullons
Ragazzi Buona estate!
Adesso mi trovo a Peschici, ma ciò non ha impedito di continuare le ricerche genealogiche.
Una mia conoscente che fa anche lei Fullone, mi ha mandato la foto di una"pergamena" che dovrebbe aiutare a far luce sul mio cognome.
Dato che non ho potuto visionarla direttamente, sono piuttosto scettico sulla sua autenticità.
Vi risulta qualcosa dei dati riportati su questa e sulla società "araldis" che l'ha prodotta ?
Grazie
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Inviato: martedì 24 agosto 2010, 8:09
da bigtortolo
Boh.
Nel blasonario delle famiglie piemontesi e subalpine non si trova traccia.
Se nobilitati nel 1833, e visto che Vigevano fece parte dei domini sabaudi dal 1714 (pace di Radstat), chi altro li avrà nobilitati?
Inviato: martedì 24 agosto 2010, 9:36
da Jack_Burton
Sembra la classica patacca da bancarella..
Inoltre anche se fosse vero nulla prova che siano tutoi antenati...solo che una famiglia con tale congnome era nobile.
per toglierti ogni dubbio prova a scrivere sul forum Iagi
Jack
Inviato: martedì 24 agosto 2010, 10:37
da Rachis
Sembra una patacca.
Scrivi a Iagi forum.
Forse già hai:
http://books.google.it/books?id=97oOAAA ... ne&f=false
Tuttavia per scrupolo cerca su Vigevano notizie sulle scuole riformate e l'opera di Giovanni Antonio Fullone. Non dovrebbe essere difficile reperire notizie (Biblioteca di Vigevano, associazioni...).
Rachis
scoperto l'arcano... puzza di bufala in vista
Inviato: martedì 24 agosto 2010, 10:48
da Stefania_Fangarezzi
Vedi qui:
http://books.google.it/books?id=jwIJAQA ... CCgQ6AEwAA
(altrimenti, ricerca su google books con chiave: Tomaso 1588 vigevano...parrebbe FUSCONI)
s.
Inviato: martedì 24 agosto 2010, 10:52
da Stefania_Fangarezzi
che araldis avesse prodotto uno stemma attendibile, mi pareva strano...
s.
Inviato: martedì 24 agosto 2010, 11:50
da Luca.p
Siete un branco di malelingue! I soliti "so tutto io"!
Malfidati e sapientoni! 8)
L.
Inviato: martedì 24 agosto 2010, 12:14
da Stefania_Fangarezzi
Malfidata, sempre.
Sapientona... so di non sapere
(ma tu, hai mai trovato uno stemma di araldis "giusto"?

... a meno che non fosse di una famiglia dello Spreti, intendo...)
s.
Inviato: martedì 24 agosto 2010, 12:44
da Luca.p
Io di stemmi araldici ne so pochissimo, per meglio dire quasi niente. Però una cosa la so: la storia non si inventa, la storia è un argomento "terminato", definitivo, non soggetto a nuovi accadimenti. Certo, bisogna indagare se qualcosa è sfuggito alla ricerca degli storici, se ci sono fonti in contraddizione tra di loro ecc. ecc.
La storia delle famiglie non sfugge a questa regola. Se una famiglia è stata importante è "nelle carte", se ha avuto blasoni questi devono uscir fuori con la ricerca della propria famiglia: non sto lì ad aspettare che lo stemma mi piova dal cielo... magari cascando proprio su una bancarella!
Poi ci sarà sempre l'eccezione che starà lì a confermare la regola... ma è rara come le mosche bianche!
L.
Inviato: martedì 24 agosto 2010, 13:24
da Stefania_Fangarezzi
Anche io di stemmi ne so davvero poco, l'araldica è una materia che proprio non mi attira, e che troppo spesso viene confusa con la genealogia, benché entrambe le discipline possano avvalersi l'una dell'altra.
Posso ammettere che uno stemma venga "inventato": voglio assolutamente uno stemma, non riesco a trovarlo diversamente, alloa lo creo, (o lo faccio creare) secondo le regole dell'araldica e quanto altro. Deve essere chiaro, però, che si tratta di uno stemma contemporaneo, non storico, non attribuibile ad altri se non a me, o alla mia famiglia. Attribuire uno stemma altrui alla propria famiglia è una frode (non sto dicendo che Fullons abbia frodato chichessia, sia chiaro: al contrario, è lui, o chi ha ottenuto lo stemma alla bancarella, che è stato frodato.). Non so se si tratta di frode in termini legali, giuridici, però, di fatto, viene attribuita ad una persona una cosa che non gli appartiene, facendo leva sulla buona fede. Si deve sempre aver presente, comunque, che una ricerca alla bancarella, vale quello che costa, ossia poco.
Poi, il discorso potrebbe farsi molto più lungo... non tutti gli stemmi attribuiti falsamente vengono dalle bancarelle, e a prezzi modici (e qui mi viene in mente il sale del mago Do Nascimento e della mitica Vanna Marchi...); non sempre (anzi, quasi mai) lo stemma SEGUE la ricostruzione genealogica, ma spesso la precede, e si potrebbe continuare a lungo...
Comunqua, la mia uscita non voleva essere "saputellismo", e nemmeno questa precisazione: è solo un invito alla cautela e a non farsi troppe illusioni
s.
Inviato: martedì 24 agosto 2010, 15:08
da Luca.p
Ma quale "saputellismo": basta fare 2+2. Un po' più di vent'anni fa, quando di genealogia non sapevo fare nemmeno 1+1 (figuriamoci 2+2!) presi una bella "sola" da un sedicente istituto araldico (si chiamava, o meglio, diceva di chiamarsi Centro Nazionale di Ricerche Araldiche e vantava di avere una sede in provincia di Udine, guidato da un altro sedicente prof Pedone - siamo andati anche in causa, ma è finita 0 a 0, sono riuscito solo a fargli spendere buona parte dei soldi che mi avevano estorto!), per cui, da allora, appena sento la parola "araldico" mi viene l'orticaria. Non credo che possa esistere un istituto che riesca a sopravvivere facendo un lavoro onesto basato sull'araldica. Credo, ma aspetto smentite, che se uno ha un passato familiare importante il proprio stemma lo conosca già e chi il passato importante non ce l'ha lo stemma non potrà mai averlo (sulle "bandiere" moderne create per proprio piacere ognuno fa quel che meglio crede e nessuno glielo può impedire).
Poi, come sempre, pronto a rimangiarmi le parole di fronte alle prove provate.
L.
P.S.
In ogni caso, per tornare al tema proposto da Fullons, anche se fosse esistita una famiglia Fullone con il titolo baronale, dare alla prima persona che ti si presenta con quel cognome, SENZA fare ricerche genealogiche serie per valutare l'effettiva discendenza, anche per linee cadette, da quel ramo, è pura e semplice cialtroneria.
Inviato: martedì 24 agosto 2010, 15:13
da bigtortolo
Ma va là.... (Lucap)
Da piccolo sei stato tentato dall' operazione "todos caballeros" ?
Inviato: martedì 24 agosto 2010, 15:24
da Luca.p
No, in realtà io avevo la curiosità di sapere da dove o da cosa derivasse il mio cognome e non di scoprire se ero un cavaliere
(della tavola rotonda, magari): tra l'altro sono anche allergico ai peli del cavallo!
Ma, purtroppo, sembra che da queste minuziosissime indagini (all'epoca mi fecero aspettare quasi un anno per fornirmi la "mozzarella") escano solo discendenti di pura razza nobile... ma i figli dei contadini che fine avranno fatto? Possibile che San Sebastiano non sia riuscito a proteggerli? Neanche uno se n'è salvato?

Inviato: martedì 24 agosto 2010, 15:36
da wiwa
Siiiii. Su su in cima al Piemonte... sulla riva destra del più bel lago del mondo... solo pura razza contadina, con qualche propensione per la pesca (con tutta quell'acqua per forza)

Inviato: martedì 24 agosto 2010, 16:41
da Siropik
Alcuni commenti, molto simpatici, mi hanno fatto esclamare: "cavolo, è successo pure a me!", oppure "la penso anch'io esattamente così!". Spero di non annoiarvi e di non andare troppo off topic raccontandovi una cosa "bizzarra", che mi è accaduta alcune settimane fa.
La famiglia da cui discendo, e che mi ha dato il cognome che porto (Cherubini), è una famiglia interamente di contadini; neppure una pur misera traccia di calzolai, lattai o linaiuoli... solo e soltanto contadini dal primo antenato da me trovato fino a mio nonno. L'unica cosa che possedevano era una piccola casa colonica (anzi, due... una di fronte all'altra). Per il resto, erano mezzadri, lavoravano il terreno di altri e certo erano tutto fuorché ricchi, economicamente parlando. Alcuni libri, dedicati alla storia del paese da cui provengono (Parrano, Umbria), citano questa famiglia poiché ha vissuto nello stesso podere per oltre cinque secoli. "Una cosa singolare", scrivono. Le ricerche da me condotte presso l'archivio parrocchiale (in realtà presso l'archivio comunale... in quel paese è lì che sono conservati i libri parrocchiali) hanno pienamente confermato quanto scritto in questi libri. Una cosa carina, insomma.
...ma ecco la cosa "bizzarra". Provo a farla il più breve possibile: qualche mese fa, ho digitato su google libri il mio cognome e il nome del paese da cui proviene la mia famiglia. Una ricerca semplice semplice: otto risultati. Leggo i primi sette... nessuno che c'entri davvero con quello che sto cercando. Arrivo all'ultimo e trovo un'anteprima limitata di un libro edito dall'Università degli Studi di Roma Tre (L'Antica Diocesi di Orvieto: Pittura del Seicento e del Settecento. 2006) in cui, a pagina 99, vi è una nota relativa a un dipinto raffigurante San Carlo Borromeo <<...l'iscrizione registra il nome di Guido Cherubini, membro di una famiglia originaria di Parrano (citata da Cecci, 1995, p. 62), committente anche del dipinto datato 1623 raffigurante S. Giovanni Battista, non riprodotto...>>. Il libro del Cecci è uno di quelli che parla della mia famiglia affermando che essa è vissuta per cinque secoli nella stessa casa colonica.
Faccio un balzo sulla sedia per la sorpresa! Erano poveri contadini e si mettevano a commissionare quadri??? Mi attivo per cercare ulteriori informazioni. Alla fine, compro anche il libro (piuttosto costoso!). Sul dipinto, un'ulteriore sorpresa: oltre al cartiglio sopra citato, trovo lo stemma di Guido Cherubini (uno scudo pieno di fregi con all'interno un cherubino e altre orpelli)!
Comincio a sentire puzza di bruciato: o questi dell'Università hanno preso un granchio o papà si è dimenticato di dirmi qualcosa

La mia famiglia di contadini possedeva uno stemma a inizio Seicento?!? Cerco di contattare in ogni modo una delle autrici del testo. Dopo qualche settimana, con un po' di fortuna ci riesco e... e, dopo averle fatto tante domande, giungo alla conclusione che ha preso un bel granchio: ha letto il cognome Cherubini, ha visto che il quadro è conservato a pochissimi km dal paese in cui abitavano i miei antenati e ha legato le due cose. Almeno, questa è la conclusione a cui sono giunto. Dovrò fare altre ricerche, ma temo che le cose stiano proprio così.
Ergo... ergo, non bisogna fidarsi nemmeno delle pubblicazioni di stimati ricercatori universitari, talvolta!
