AleSarge ha scritto: ↑mercoledì 3 giugno 2020, 14:53
L'iniziale della parola prima di Carlo mi sembra sia più simile alla p di Parronis che alla f di Fusignano, per questo avevo proposto Petro. Adesso, vedendo altre p nel testo, mi sento di confermare questa ipotesi.
Sì, anche la "f" minuscola è completamente diversa. Purtroppo alcune calligrafie viste in precedenza le ho impresse maggiormente e mi condizionano.
Per quanto riguarda la località, potrebbe essere "la Ma[n]tuana" o "la Ma[n]toana"? La parola che precede questo nome, la seconda volta che è citato, la leggerei come "celena", ma non ne sono sicuro.
Complimenti, "La Mantovana" esiste ed era/è una via che faceva da confine fra Lugo e Fusignano.
"Celena", insieme a quello che seguiva, mi aveva portato ad una cosa tipo "celletta della Madonn(ina)" o "la Madonnina" (in italiano sono le edicole votive) piuttosto diffuse in aperta campagna.
Riguardando bene il soprannome, credo che la prima lettera non sia una h ma una b barrata, come in b[ar]tholomeu[m] alla quarta riga, quindi inizierebbe per Barb- o Berb-; la finale mi sembra una f. Esiste qualche espressione dialettale del tipo Barbaf/Barbef/Berbef per caso? E' solo un'ipotesi, non so se sono stato troppo... fantasioso.
Usa pure la fantasia che funziona alla grande: bravissimo!
In romagnolo abbiamo "barbet" che è il mento. Da questa base possono derivare "barbetta" (intendendo il pizzo) o "berba" (la barba vera e propria). Considerando che il dialetto romagnolo ha sfumature (di pronuncia) diverse da paese a paese, non è il caso di stare a guardare il pelo se si tratta di una "f" o di una "t". Tanto per dire, "il pane", pronunciato in dialetto lughese, ha lo stesso suono de "il pino" in dialetto fusignanese (e distiamo 8 km). Cmq, all'interno di un contesto, ci si capisce se si parla di pane o di pini...
Quindi la riga con i nomi dovrebbe intendersi Pietro Carlo
E Antonio Maria?
Grazie per tutto!