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quesito da un milione di euro
Inviato: giovedì 13 giugno 2019, 23:43
da Pergamena
Salve, non so se mi potete aiutare, non si tratta di un manoscritto ma di una scritta in un affresco

questo affresco è sbucato fuori dopo una ristrutturazione, era nascosto dietro l'intonaco di una casa (una volta era una chiesa) Le uniche notizie che ho trovato, sono che la chiesa nel 1629 esisteva già (ubicazione Romagna) era intitolata a Santa Maria della neve. Purtroppo la scritta è quasi tutta persa e quindi è una richiesta con poche speranze, ma se qualcuno ha un'idea.......
https://postimg.cc/gallery/25vi7h0l6/
Inviato: giovedì 13 giugno 2019, 23:52
da gianantonio_pisati
Sembra un affresco medievale, del Quattrocento.
Io leggo... et Zuanne.... Probabilmente il nome prima rovinato che fornisce per..tino? e Giovanni sono quelli che hanno commissionato il dipinto. Escluderei l'artista.
Inviato: giovedì 13 giugno 2019, 23:55
da Kaharot
E' un bellissimo affresco e sicuramente è antecedente al 1600, penso sia del XV/XVI secolo, anche la scrittura sembra nello stile di quell'epoca. Su cosa vi sia scritto non ho alcuna idea, le prime lettere sembrano "...tino", in quel caso potrebbe essere un nome, ma di chi? l'artista? l'offerente? Potrebbe anche trattarsi di una preghiera, ma io non riesco a individuare nessuna parola. Se qualcun altro riesce a ricostruirne una potremmo vedere se si tratta di una preghiera conosciuta.
Inviato: venerdì 14 giugno 2019, 0:03
da Kaharot
Considerando quello che scrive pisati, in effetti si potrebbe leggere "...tino et çuane..." che potrebbe essere, a quanto punto, gli offerenti.
Inviato: venerdì 14 giugno 2019, 0:26
da Pergamena
per il momento grazie mille, per offerenti, intendete chi ha commissionato/pagato il dipinto?
Inviato: venerdì 14 giugno 2019, 1:10
da Kaharot
Si, esatto. Un tempo, più di oggi, le opere d'arte nelle chiese venivano commissionate da famiglie e singoli facoltosi, che magari avevano qualche diritto su quella precisa parte della chiesa (ad esempio la sepoltura) oppure per devozione, per sciogliere un voto. E' questo il motivo per cui nelle chiese antiche troviamo spesso opere d'arte di epoche e stili diversi.
Inviato: venerdì 14 giugno 2019, 7:42
da LUIGIRUSSO007
Il quesito sembra allettante, soprattutto se compare di prima mattina...
A parte gli scherzi l'affresco è bellissimo e interessantissimo. Sembra tardo rinascimentale, almeno ad un primo sguardo senza un adeguato studio. Riguardo alla scritta è molto difficile integrare le parole, già individuate dagli altri esperti. Occorrerebbero informazioni e notizie storiche sulla chiesa e magari sulle famiglie che aiutarono la sua costruzione o la sua dotazione.
Inviato: venerdì 14 giugno 2019, 11:26
da Pergamena
Grazie a tutti, proverò a vedere se salta fuori qualcosa all'archivio ecclesiastico di Imola, nella cui diocesi si collocava la ex chiesa di Feluno (questo era il nome della contrada).
Inviato: sabato 15 giugno 2019, 10:35
da Giovannimaria_Ammassari
Concordo con quanto scritto:
io leggo " ...tino et cuane..."
Le lettere dopo "cuane" che si intravedono sono in tutto sei.
Dovrebbe finire con "...no"
<< "tino et cuane ....no" >>
in effetti non è facile...
Inviato: sabato 15 giugno 2019, 11:25
da Pergamena
la "no" finale potrebbe essere riferito alla località che era Feluno? tipo Tino e giovanni di Feluno? scusate se ho scritto una castroneria ma non sono esperto sul tipo di scritture che "ornavano" gli affreschi, per me è anche una novità sapere che era in uso mettere i nomi dei committenti/ offerenti

Inviato: sabato 15 giugno 2019, 12:20
da Kaharot
Si certo potrebbe essere la località ma anche il cognome dei due. Con due sole lettere si possono fare congetture.
Per quanto riguarda i nomi dei committenti. Da sempre è stato così, ancora oggi chi dona qualcosa di grosso a una struttura pubblica fa solitamente apporre il proprio nome sul dono. Penso a dipinti e mosaici, ma anche ai banchi nelle chiese. Il desiderio di "immortalità" ha da sempre spinto l'uomo a cercare modi per rimanere nella memoria perpetua. Questo ne è un esempio, ma anche i graffiti sui monumenti rispondono a questa "esigenza atavica".
Inviato: martedì 18 giugno 2019, 11:18
da Pergamena
Dopo un'interessante visita all'archivio ecclesiastico di Imola, sono riuscito ad avere queste informazioni: notizie della chiesa si hanno già nel 1314, era una povera chiesa di campagna, gli affreschi sono del 1464 (pisati e Kaharot avevano visto giusto) l'autore sarebbe (non è confermato) tale Giovanni Callegari di Riolo e il dipinto in questione aveva la scritta: "martino de cuanne oncino", più una scritta (che ora è scomparsa): " maestà nos donna et santo antoni abate". La chiesa misurava metri 10 per 6 e venne chiusa nel 1898.
Inviato: martedì 18 giugno 2019, 12:40
da Kaharot
Bello vedere come tanti occhi e tante menti, ciascuno specializzato in qualcosa di particolare, siano riusciti a dare una risposta professionale!
Inviato: martedì 18 giugno 2019, 14:13
da gianantonio_pisati
Perfetto. Diciamo che è già un miracolo che qualcuno abbia trascritto accuratamente le didascalie degli affreschi già nel passato, quando la chiesa era ancora aperta. Benedetti eruditi dei tempi andati!
Inviato: martedì 18 giugno 2019, 20:46
da Pergamena
Vero, probabilmente fu tutto accuratamente trascritto perchè, in diverse visite pastorali del vescovo, fu ordinato di "tenere" in ordine i dipinti, nella visita del 1571, il vicario episcopale ordina di pulire le pitture e la necessità di restauri viene ribadita negli anni successivi. Ora mi piacerebbe sapere chi era Martino de cuanne oncino. Mi sembra improbabile che "oncino" sia un cognome, che fosse un soprannome?