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Indicazione di un cognome al battesimo
Inviato: venerdì 10 giugno 2016, 8:26
da Sandro43
Buongiorno la mia famiglia risiede a Roma da almeno otto generazioni e sto cercando di ricostruirne la struttura con discreto successo. Ho una domanda da porre in merito ad una dicitura trovata sull'atto di matrimonio di mia Nonna. La madre di mia nonna Agnese era nata nel 1851, sposata a 16 anni ha avuto fino al 1876 cinque figli. Poi nel 1886 e nel 1890 Agnese risulta "nutrice" di due bambine, dichiarate all'anagrafe figlie di ignoti, e come tali hanno due cognomi di fantasia dati loro dall ufficiale dell anagrafe. Queste due bambine di cui l'ultima e' mia nonna crescono insieme, sono presenti in foto dell'epoca con la madre. Nella mia ricerca in vicariato a san giovanni ho trovato che nell'atto di matrimonio di mia nonna c'e' scritto "Iori (Rioli al battesimo) Fulvia" alla colonna Paternita' c'e' scritto N.N.. Devo pensare che il Rioli che tra l'altro era testimone alla nascita della prima bambina nel 1886 abbiamin tal modo lasciato una traccia? Io penso che queste due bambine siano effettivamente figlie di Agnese e della persona indicata, in una relazione avuta vivente il primo marito. Grazie. Vi seguo con interesse.
Inviato: venerdì 10 giugno 2016, 8:53
da Tegani
Se c'è scritto "figlia di ignoti" significa che non si conoscevano né il padre né la madre, altrimenti avrebbero specificato "di padre ignoto".
Inviato: venerdì 10 giugno 2016, 16:15
da Luca.p
Io credo che sia stata semplicemente la nutrice: le famiglie che decidevano di allevare i bambini del brefotrofio (a differenza di quanto accade oggi!) ricevevano un contributo mensile fino all'età adulta dell'esposto/a, quindi molte famiglie che non se la passavano benissimo economicamente decidevano di percorrere questa strada per avere una risorsa sicura e costante con la quale poter tirare avanti anche il resto della prole.
Inviato: venerdì 10 giugno 2016, 18:09
da ziadani
Concordo con Luca.p.
Aggiungo anche che, in molti casi e salvo usi locali differenti, il cognome di fantasia veniva "inventato" prendendo il cognome della levatrice, o quello di uno dei testimoni, o quello del nato registrato subito prima, modificandone una lettera o una sillaba.
Inviato: sabato 11 giugno 2016, 11:47
da Sandro43
Vi ringrazio. Per quello che riguarda le contribuzioni alle nutrici, queste duravano fino al raggiungimento dell'eta' di sette anni, dopo di che i bambini venivano affidati alle istituzioni che provvedevano a dare loro una formazione professionale, ad esempio a Roma c'era il San Michele. Poi per questi bambini l'ufficiale dell'anagrafe (si parla del 1890) dava un nome di fantasia oppure molto diffuso nel momento in cui ne veniva dichiarata la nascita. Al battesimo i veri genitori spesso erano presenti come padrini o madrine, oppure dichiaravano il cognome, da qui la dicitura "pinco pallino al battesimo".
Inviato: sabato 11 giugno 2016, 11:51
da ziadani
Paese che vai, usanza che trovi.
L'Istituto della Pietà di Venezia pagava il baliatico fino ai 18 anni dell'esposto e poi forniva a questi ragazzi e ragazze anche una "dote". Ai maschi serviva per iniziare un mestiere e alle ragazze per sposarsi.