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ancora sulla legislazione degli atti anagrafici

Inviato: sabato 13 agosto 2016, 8:21
da darioroat
Forse non ci siamo capiti! La domanda che avevo posto era la seguente: in che anno e con quale legge gli atti anagrafici non sono più stati scritti in latino, ma in italiano ed inseriti su appositi schedari. Che poi il Trentino facesse parte dell'impero austro- ungarico è cosa da me conosciuta, anche perché qualche anno fa un po' di storia del Trentino l'ho studiata!
In altre parole fino ai primi anni del 1800 gli atti anagrafici (nascita, matrimonio e morte) venivano redatti in latino e non vi erano dei schedari predisposti. Sempre nel 800 i parroci od i curati avevano predisposto degli appositi schedari (preparati dagli stessi parroci o curati) per questi atti anagrafici (ora - per ora intendo 1800- scritti in italiano). In seguito gli atti anagrafici sono scritti su appositi schedari già stampati (l'atto di nascita è chiamato tempo della nascita, l'atto di morte tempo della morte).
Ad esempio l'atto di nascita di mio bisnonno paterno Cristoforo nel 1804 venne scritto in latino, gli atti di nascita dei suoi fratelli e sorelle nate qualche anno dopo sono redatti su schedari e scritti in italiano.
Per capire bene sarebbe interessante fare delle fotografie dell'evolversi degli atti anagrafici da un punto di vista strutturale.
Mi spiace disturbarLa ancora, ma la mia era solo una semplice curiosità, alla quale nessuno ha saputo rispondermi; ma la genealogia è così bella ed interessante, che ogni giorno ti pone sempre nuove problematiche, alle quali vorresti una risposta!
Ancora grazie.

Inviato: sabato 13 agosto 2016, 8:55
da Gianlu
Ciao Dario.
Prima cosa: è assolutamente inutile (e crea anche confusione) che tu risponda ad una precedente domanda aprendo una nuova discussione! Come si fa a capire/sapere a cosa ti riferisci? :roll: :?

Per quanto riguarda la tua domanda principale, io non ti so rispondere.
Ma ti posso dire che, a volte, anche nel Seicento qualche atto veniva redatto in italiano. L'ho verificato proprio per i miei antenati trentini. ;)
Dipendeva solo dalla abitudine del parroco che scriveva l'atto.

Inoltre credo che tu stia facendo un po' di confusione tra leggi nazionali e "regole" ecclesiastiche.
Non so se sia corretto, in generale, chiamare "atti anagrafici" quelli redatti dai parroci... :roll:
Anche se è vero che in alcuni periodi storici i parroci erano incaricati di tenere i registri anagrafici.

Inviato: sabato 13 agosto 2016, 15:48
da ziadani
Paese che vai usanza che trovi.

Nella stessa epoca cui ti riferisci tu (1804 circa) a Torino gli atti civili erano redatti dai Decurioni, quelli ecclesiastici dai Parroci che però si chiamavano "Cittdadini". Gli atti civili erano redatti in francese
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e quelli ecclesiastici in italiano o, più raramente in latino, a scelta del Parroco-Cittadino. Certo, a Torino c'erano i Francesi, in Trentino no.

Con il ritorno dei Savoia i Parroci venero investiti della qualifica di Ufficiale d'Anagrafe (1823-1865) per quanto riguarda le nascite e i matrimoni.
Vennero così predisposti dei registri prestampati adatti a certificare non solo il battesimo ma anche la nascita dell'infante. Gli atti erano rigorosamente in italiano.

A Massa (Massa-Carrara), gli atti ecclesiastici (c'erano solo quelli) venivano redatti in italiano

Nel 1600
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e nel 1800

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A Venezia, già nel 1500, gli atti erano in italiano o, per meglio dire, in veneziano

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e così fino ai giorni nostri, passando per il 1804

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Che dire? Venezia era la Serenissima detta anche la Dominante e faceva come voleva.

Non possiamo parlare di "legislazione nazionale" quando una nazione, così coe laintendiamo oggi, non esisteva.