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Da Curazia a Parrocchia

Inviato: mercoledì 1 febbraio 2017, 8:57
da darioroat
Gentile Forum,
ho ritrovato presso il Vigilianum di Trento una richiesta dell'anno 1921 " di innalzamento da Curazia a Parrocchia" da parte degli abitanti di Tenna (Trento).
Fra le numerose firme (qui sono allegate sono una parte) vi sono anche quelle dei miei nonni: Daniele Roat e Valentini Antonio. Solamente un analfabetismo di ritorno (firma con la croce).
Desidererei, gentilmente, conoscere le caratteristiche che doveva avere una curazia per passare prima curazia indipendente e poi parrocchia.
Tenna divenne parrocchia indipendente solamente nel 1944.
Dario Roat

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Inviato: mercoledì 1 febbraio 2017, 21:48
da gianantonio_pisati
Io penso che si tratti solo di questioni demografiche. Quando c'era la richiesta di un ex villaggio o ex cascina/casale di diventare autonomi dal punto di vista religioso, il vescovo prendeva in esame la richiesta è, se ricorrevano i requisiti, ergevano la nuova parrocchiale con cura d'anime e parroco residente in uso esclusivo.

Inviato: mercoledì 1 febbraio 2017, 21:53
da gianantonio_pisati
I requisiti potevano essere, a grandi linee, lontananza dalla chiesa parrocchiale, autonomia civile già in essere (Comune), gruppo di abitanti che firmano perché ci credono e si vogliono impegnare magari anche nelle spese per costruire o ampliare la nuova parrocchiale, ecc.

Inviato: mercoledì 1 febbraio 2017, 22:31
da Kaharot
Un requisito fondamentale era la capacità di autosostentamento della chiesa, cioè i terreni e i beni immobili fruttiferi che possedeva, perché la congrua (stipendio) del parroco proveniva esclusivamente da quei beni o dalla Tavola Vescovile, ma ovviamente in certi casi la Tavola Vescovile non aveva la possibilità di fornire il sostentamento perché povera o, peggio, i vescovi non avevano intenzione di togliere dalla Tavola Vescovile i beni da dare a un parroco, e, quindi, non erigevano la parrocchia.

Inviato: giovedì 2 febbraio 2017, 11:26
da gianantonio_pisati
Da noi si chiama la Mensa vescovile.

Inviato: giovedì 2 febbraio 2017, 11:30
da gianantonio_pisati
I beni mobili e immobili derivanti da legati alla chiesa da parte di privati entravano a far parte della prebenda parrocchiale o del beneficio parrocchiale (che sono la stessa cosa).

Inviato: giovedì 2 febbraio 2017, 13:21
da erborista
Come già esposto, sicuramente gli spostamenti demografici avevano la loro importanza.
Poteva essere che i parrocchiani si postavano, per terremoti, alluvioni e altri eventi, in frazioni distanti, dove magari c'era già una cappella, un oratorio. In tal caso vi era un curatore di anime (o curato) che dipendeva dal parroco. Il curato amministrava i sacramenti, officiava, ma le prebende da matrimoni, offerte, funerali e quant'altro, andavano al parroco che le amministrava.
Eventuali Atti erano depositati in Parrocchia. Il curato poteva usare i Registri, ma l'archivio era nella sede del parroco. Per avere un certificato, il fedele doveva rivolgersi alla parrocchia.
Attendiamo eventuali pareri e/o precisazioni...

Inviato: domenica 5 febbraio 2017, 20:24
da gianantonio_pisati
In caso di eventi calamitosi o anche per altri motivi poteva anche succedere che la vecchia parrocchia venisse soppressa a favore della nuova o spostata di sede in quella nuova che, appunto, da chiesa sussidiaria, diventava la nuova parrocchiale.