Acronimo D.C. (o DC)
Inviato: martedì 24 ottobre 2017, 0:03
Una delle domande che più frequentemente mi è capitato di leggere riguarda la sigla D.C. (o DC) apposta a margine degli atti ecclesiastici (battesimi, matrimoni, morti).
Ho letto anche le teorie più disparate, fra cui la più quotata è quella che vorrebbe un qualche legame di quell'acronimo con la nobiltà della famiglia.
In realtà D.C. significa tutt'altro, anzi potremmo dire che in genere dovrebbe essere segno della povertà piuttosto che della ricchezza.
Battesimi, matrimoni e funerali, infatti, un tempo erano una delle fonti di sostentamento dei sacerdoti (non esisteva per intenderci l'8x1000 e bisognava darsi da fare in tutti i modi), tanto che ancora oggi rimane l'usanza dell'offerta (purtroppo in alcune diocesi con tassa obbligatoria). Per tal motivo ogni atto registrato veniva anche contrassegnato dall'acronimo D.C. qualora a quel "servizio" non corrispondeva un compenso, l'acronimo significa infatti Dei Charitate (in alcuni testi in vernacolare si trova infatti "per amor di Dio"), che equivale al nostro Gratis.
Saranno, quindi, contrassegnati con il D.C. due tipologie di "utenti": i poveri che non potevano pagare e i ricchi. Questi ultimi non pagavano perché, in realtà, per legati e patronati contribuivano già largamente al sostentamento della chiesa.
Ho letto anche le teorie più disparate, fra cui la più quotata è quella che vorrebbe un qualche legame di quell'acronimo con la nobiltà della famiglia.
In realtà D.C. significa tutt'altro, anzi potremmo dire che in genere dovrebbe essere segno della povertà piuttosto che della ricchezza.
Battesimi, matrimoni e funerali, infatti, un tempo erano una delle fonti di sostentamento dei sacerdoti (non esisteva per intenderci l'8x1000 e bisognava darsi da fare in tutti i modi), tanto che ancora oggi rimane l'usanza dell'offerta (purtroppo in alcune diocesi con tassa obbligatoria). Per tal motivo ogni atto registrato veniva anche contrassegnato dall'acronimo D.C. qualora a quel "servizio" non corrispondeva un compenso, l'acronimo significa infatti Dei Charitate (in alcuni testi in vernacolare si trova infatti "per amor di Dio"), che equivale al nostro Gratis.
Saranno, quindi, contrassegnati con il D.C. due tipologie di "utenti": i poveri che non potevano pagare e i ricchi. Questi ultimi non pagavano perché, in realtà, per legati e patronati contribuivano già largamente al sostentamento della chiesa.