Amici del forum…
Questa ricerca è anomala…
Sta tra le ricerche parenti all’estero perché, girovagando per siti genealogici, qualche omonimo aveva suscitato una speranza, presto delusa dalla ricerca di suanj. (grazie, suanj)
Io sono per la verità, anche quando è scomoda o fa male…ma questo dibattito non riusciva a partire perché temevo di infastidire qualcuno.
Ho fatto qualche sondaggio e sono stata rassicurata.
Ora, amministratore, che si fa?
Vi racconto, intanto, la storia che ho raccontato a Suanj...
io so…
quello che si sussurra nella memoria di famiglia…
Il fatto...
Si era a cavallo degli anni 1845…1855;
due vecchi coniugi fanno una spiata al padrone… un giovane garzone, anziché raccogliere foraggio per le bestie in campagna, lo sottrae ad altre bestie;
i coniugi muoiono nell’incendio della loro casa;
il giovane garzone, poco più che adolescente, viene ritenuto colpevole.
Viene processato negli anni che vanno dal 1845 al 1855 a Fermo.
L’accusa si conclude con la sentenza capitale, eseguita in Ancona.
Ciò che mi sconvolge…
- in primis e profondamente la morte dei coniugi,

poi…
- La prova d’accusa: un ombrello trovato nei paraggi della casa incendiata.
- L’accusa, inconsapevolmente, convalidata dalla madre di Pasquale che riconosce l’ombrello.
- Raccontano che in Ancona, il giorno in cui Pasquale doveva venire giustiziato, ( si era
nello stato pontificio) i cavalli che lo portarono al patibolo si inginocchiarono…allora
veniva interpretato come segno di richiesta di grazia o di innocenza. In effetti, si dice
che lo avrebbero graziato se ci fosse stato qualcuno della famiglia a reclamarlo, ma
non c’era nessuno! … vuoi la distanza, la mancanza di mezzi, una rassegnazione
fatalistica, un dolore troppo grande... tutte motivazioni plausibili per quei tempi e per
il fatto che si doveva verificare.
- Dicono anche che, a volte, l’esecuzione capitale non veniva eseguita…
da qui la speranza!
Come potrebbero essere andate le cose…
Per farvi capire, devo raccontare un piccolo mondo antico che, forse, non conoscete. Io stessa ne ho avuto appena un sentore nella mia infanzia…
Un ambiente contadino fatto di faide, dove spesso si puniva il nemico appiccando il fuoco al mucchio di paglia.
Il mucchio di paglia era prezioso perché la paglia si usava come lettiera per gli animali e formava il letame con cui concimare la terra.
Ma quella volta, Il vento? La fatalità?
Il fuoco si estende alla casa e due persone muoiono.
Vorrei tanto conoscere la verità…anche se è scomoda e aggiungere al suo ramo questa fogliolina infelice e sfortunata che suscita tanta compassione...
vorrei donargli, con il perdono, il posto nell’albero della sua famiglia, accettandolo con tutto il suo bagaglio di dolore e di errore.
Spero tanto di farcela. Grazie. Maria.