Famiglia Martino di Messina
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Atto di nascita di Venera Butà
http://antenati.san.beniculturali.it/v/ ... ewsIndex=0
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Ciao,qwerty05051821 ha scritto:come mai Paolo Bernava era indicato come fidato?
forse ti è sfuggito il mio intervento del 26 Gennaio...
La professione di Giuseppe Martino (e quindi anche di Paolo Bernava) è "fidato negoziante" e credo sia scritto "fidato" perché munito di una patente (licenza) di negoziante.
Erica
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Facci sapere quando ti risponde la Camera di Commercio.
Sta uscendo una bella storia, molto coinvolgente.
Sta uscendo una bella storia, molto coinvolgente.
Luca (1987)< Mauro (1955)< Mario (1928)< Giuseppe (1893)< Antonio (1858)< Pietro (1820)< Antonio (1774)< Francesco (1744)< Antonio (1707)< Giovanni Battista (1680)< Francesco (1645 c.)< Antonio (1602 c.)< Giovanni (ante 1563) < Giacomo (ante 1529)
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l'email gli lo inviata una settimana fa e nessuno mi ha risposto.
se non riceverò una risposta entro domenica ritenterò inviando di nuovo la richiesta.
anche secondo me sta uscendo una bella storia che con tutti i dati che siamo riusciti a trovare e con altri che sicuramente saranno trovati, ho intenzione di scrivere in bella copia al computer e magari inviare il file a chiunque voglia leggerla.
se non riceverò una risposta entro domenica ritenterò inviando di nuovo la richiesta.
anche secondo me sta uscendo una bella storia che con tutti i dati che siamo riusciti a trovare e con altri che sicuramente saranno trovati, ho intenzione di scrivere in bella copia al computer e magari inviare il file a chiunque voglia leggerla.
io <- papà <- nonno <- Vincenzo 1891/1963 <-Domenico 1861/1903 <- Giuseppe 1831/1910 <- Domenico 1781/1870 <- Aniello 1750/ ? <- ...
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grazie Tonia.
è da notare che anche qui Domenico Martino è indicato come esattore.
da quello che ho capito però Letteria Martino nasce nel 1882 e i genitori si sposano nel 1884. nel 1889 nasce Angela Martino (per il momento secondogenita della coppia) quindi potrebbe mancare un figlio all'appello.
è da notare che anche qui Domenico Martino è indicato come esattore.
da quello che ho capito però Letteria Martino nasce nel 1882 e i genitori si sposano nel 1884. nel 1889 nasce Angela Martino (per il momento secondogenita della coppia) quindi potrebbe mancare un figlio all'appello.
io <- papà <- nonno <- Vincenzo 1891/1963 <-Domenico 1861/1903 <- Giuseppe 1831/1910 <- Domenico 1781/1870 <- Aniello 1750/ ? <- ...
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grazie gvvcc.
hai ragione a firmare l'atto di matrimonio del mio bisnonno fu il nonno Giuseppe Martino.
giuseppe e suo padre Giuseppe Martino sono entrambi indicati come civili
hai ragione a firmare l'atto di matrimonio del mio bisnonno fu il nonno Giuseppe Martino.
giuseppe e suo padre Giuseppe Martino sono entrambi indicati come civili
io <- papà <- nonno <- Vincenzo 1891/1963 <-Domenico 1861/1903 <- Giuseppe 1831/1910 <- Domenico 1781/1870 <- Aniello 1750/ ? <- ...
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ho trovato su internet questo interessante pdf di cui vi lascio il link chiamato
"Gli avvocati nell'Italia del XIX secolo. Provenienza e matrimoni, titolo e prestigio"
http://www.rivistameridiana.it/files/Si ... vocati.pdf
credo che possa essere interessante per le informazioni che si ricavano a riguardo del termine "civile" per cui l'autore scrive :
«Civile» era, in tutta Italia, la denominazione per la borghesia colta,
la media borghesia e la rispettabile e fiorente piccola borghesia dei fun
zionari e degli impiegati che non potevano, o non volevano, essere indi
cati come «possidenti». Lo spettro semantico del termine «civile» egua
glia per molti aspetti quello tedesco di bürgerlich. Il toscano Vocabolario
degli Accademia della Crusca intendeva con questo termine, nell'edizione
del 1806, un «uomo di costumi nobili e dotato di civiltà». L'edizione del
1878 insisteva sulla «nascita o grado onorati» nonché sull'«educazione
conveniente a cittadino». «Civile» stava costantemente ad indicare costu
mi raffinati (in contrapposizione a quelli barbari e grossolani), istruzio
ne, nonché coscienza del dovere e spirito civico1. Coloro che esercita
vano professioni liberali, funzionari e impiegati con condotta di vita «re
golare», ma privi di consistenti ricchezze, venivano indicati, da Milano
a Firenze e Napoli, come «civili». In Italia meridionale, talvolta, veniva
denominato «civile» anche il grande possidente fondiario, colto ma non
nobile, che non amministrava personalmente i propri beni ed abitava in
città. Spesso «civile» coincideva con «ceto medio», a cui appartenevano,
secondo uno studio sulla società napoletana apparso intorno al 1850, i
possidenti provenienti da famiglia nobile ma non aventi diritto all'eredi
tà, i maggiori negozianti, i giudici, gli avvocati, i medici, nonché tutte le
persone fornite di una migliore educazione. Gli artigiani non vengo
no indicati né nel Nord né nel Sud come «civili», e ancor meno i com
mercianti di frutta, i cocchieri, gli operai, i cuochi, i servitori e così via.
ci sono anche molte informazioni a riquardo dei "possidenti" e anche in minima parte dei negozianti e altre professioni.
"Gli avvocati nell'Italia del XIX secolo. Provenienza e matrimoni, titolo e prestigio"
http://www.rivistameridiana.it/files/Si ... vocati.pdf
credo che possa essere interessante per le informazioni che si ricavano a riguardo del termine "civile" per cui l'autore scrive :
«Civile» era, in tutta Italia, la denominazione per la borghesia colta,
la media borghesia e la rispettabile e fiorente piccola borghesia dei fun
zionari e degli impiegati che non potevano, o non volevano, essere indi
cati come «possidenti». Lo spettro semantico del termine «civile» egua
glia per molti aspetti quello tedesco di bürgerlich. Il toscano Vocabolario
degli Accademia della Crusca intendeva con questo termine, nell'edizione
del 1806, un «uomo di costumi nobili e dotato di civiltà». L'edizione del
1878 insisteva sulla «nascita o grado onorati» nonché sull'«educazione
conveniente a cittadino». «Civile» stava costantemente ad indicare costu
mi raffinati (in contrapposizione a quelli barbari e grossolani), istruzio
ne, nonché coscienza del dovere e spirito civico1. Coloro che esercita
vano professioni liberali, funzionari e impiegati con condotta di vita «re
golare», ma privi di consistenti ricchezze, venivano indicati, da Milano
a Firenze e Napoli, come «civili». In Italia meridionale, talvolta, veniva
denominato «civile» anche il grande possidente fondiario, colto ma non
nobile, che non amministrava personalmente i propri beni ed abitava in
città. Spesso «civile» coincideva con «ceto medio», a cui appartenevano,
secondo uno studio sulla società napoletana apparso intorno al 1850, i
possidenti provenienti da famiglia nobile ma non aventi diritto all'eredi
tà, i maggiori negozianti, i giudici, gli avvocati, i medici, nonché tutte le
persone fornite di una migliore educazione. Gli artigiani non vengo
no indicati né nel Nord né nel Sud come «civili», e ancor meno i com
mercianti di frutta, i cocchieri, gli operai, i cuochi, i servitori e così via.
ci sono anche molte informazioni a riquardo dei "possidenti" e anche in minima parte dei negozianti e altre professioni.
io <- papà <- nonno <- Vincenzo 1891/1963 <-Domenico 1861/1903 <- Giuseppe 1831/1910 <- Domenico 1781/1870 <- Aniello 1750/ ? <- ...
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nonostante ho ricontrollato più volte i nati a messina tra il 1831 e il 1833 sul portale antenati non ho trovato traccia di Giuseppe Martino di Domenico. l'unico Giuseppe Martino che ho trovato è nato nel 1832 ed è un figlio illegittimo. potete darmi una mano?
io <- papà <- nonno <- Vincenzo 1891/1963 <-Domenico 1861/1903 <- Giuseppe 1831/1910 <- Domenico 1781/1870 <- Aniello 1750/ ? <- ...
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Premettendo che non sono mai andato sul portale antenati e non so come funziona, non so cosa dire. Cioè se la paternità Domenico è assodata, non può essere illegittimo. Tutto qui. Forse è nato prima o dopo tali date (1831-1833) oppure è nato in un paese vicino a Messina. Non conoscendo la zona, tuttavia, non so essere di aiuto.
io 1983-G.Pietro 1955-Antonio 1920-Carlo Andrea 1886-Pietro 1850-Giulio 1812-G.Batta 1789-Francesco M. 1760-G.Batta 1717-Francesco M. 1692-G.Batta 1657-Carlo G. 1629-G.Batta 1591-G.Andrea 1565-Pietro-G.Francesco-Pietro di Bartolomeo Broffadelli e Rosa Pisati di Leonino-Bertolino-Leonino? (v. 1428)