Decesso per incuria dei familiari
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Potrebbe funzionare come ipotesi. Resta il fatto che il vescovo in visita pastorale gli avrà chiesto: "e questo Basilio? Come mai non avete provveduto a somministrargli i sacramenti per farlo morire da buon cristiano,?" "É morto all'improvviso Eccellenza!" "Ma era già malato, dovevate provvedere alla sua anima per tempo!" "Io non sapevo che era malato a tal punto e i suoi non mi hanno mai detto nulla, sono stati negligenti. Io l'ho scritto Eccellenza, per togliere ogni di dubbio di malafede nei miei confronti!".
io 1983-G.Pietro 1955-Antonio 1920-Carlo Andrea 1886-Pietro 1850-Giulio 1812-G.Batta 1789-Francesco M. 1760-G.Batta 1717-Francesco M. 1692-G.Batta 1657-Carlo G. 1629-G.Batta 1591-G.Andrea 1565-Pietro-G.Francesco-Pietro di Bartolomeo Broffadelli e Rosa Pisati di Leonino-Bertolino-Leonino? (v. 1428)
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Penso che non avrebbe avuto problemi a dirglielo pure di persona. E i Vescovi non erano tutti dei rompiscatole rigidi. La morte improvvisa ci sta, la negligenza (?) pure.
Io ho trovato svariati "repentino morbo", "repentina aegritudine", "mortus inventus est" ecc. Più che giustificazioni del sacerdote sono mere constatazioni.
OT
Discorso diverso per i suicidi: lì, forse per salvare le loro anime, adducevano sempre motivi "fuori dalla coscienza", "in un attimo di follia" e alla fin fine celebravano comunque il loro funerale e li seppellivano al cimitero ugualmente.
Io ho trovato svariati "repentino morbo", "repentina aegritudine", "mortus inventus est" ecc. Più che giustificazioni del sacerdote sono mere constatazioni.
OT
Discorso diverso per i suicidi: lì, forse per salvare le loro anime, adducevano sempre motivi "fuori dalla coscienza", "in un attimo di follia" e alla fin fine celebravano comunque il loro funerale e li seppellivano al cimitero ugualmente.
Luca (1987)< Mauro (1955)< Mario (1928)< Giuseppe (1893)< Antonio (1858)< Pietro (1820)< Antonio (1774)< Francesco (1744)< Antonio (1707)< Giovanni Battista (1680)< Francesco (1645 c.)< Antonio (1602 c.)< Giovanni (ante 1563) < Giacomo (ante 1529)
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Erano rigidissimi, molto più di adesso. Per il resto è vero anche tutto quello che dici, ma non penso che una morte improvvisa possa essere dovuta a incuria dei suoi. Se viene l'infarto a uno al mare il prete scrive che è colpa dell'incuria dei parenti? Qualsiasi tipo di morte repentina di un anziano non può essere addebitata mai ai parenti. È Dio solo che decide la morte di una persona. Può anche essere un accattone, ma se muore all'improvviso è colpa dei suoi?
io 1983-G.Pietro 1955-Antonio 1920-Carlo Andrea 1886-Pietro 1850-Giulio 1812-G.Batta 1789-Francesco M. 1760-G.Batta 1717-Francesco M. 1692-G.Batta 1657-Carlo G. 1629-G.Batta 1591-G.Andrea 1565-Pietro-G.Francesco-Pietro di Bartolomeo Broffadelli e Rosa Pisati di Leonino-Bertolino-Leonino? (v. 1428)
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Buongiorno a tutti,
avete ragione tutti e due, chi in un modo, chi in un altro.
Giannantonio ha ragione sul fatto che in passato il parroco aveva più responsabilità rispetto ad oggi.
Bisogna riportare l'accaduto nel preciso momento storico in cui è avvenuto: a metà Ottocento a Roma.
In quel periodo i parroci avevano un duplice ruolo:
- pastorale (nella cura delle anime)
- politico (nel controllo della società). E per controllo intendo che dovevano sapere tutto di tutti.
Dobbiamo pensare che i registri parrocchiali erano redatti a solo uso e utilità dei religioni (parroco, prete e vescovo) ( secondo la regola "solis sacerdotibus"). Quindi tutte le note in più erano riservate tra di loro, e non per i futuri genealogisti o storici.
Se si analizzano i due testi (quello di Basilio e quello di Giuseppe) è chiaro che il sacerdote utilizza un formulario preciso: le uniche eccezioni sono quelle due note ("ob incuriam suorum" e "in vinea ut dicitur") che pesano "come un macigno" sui rapporti con la famiglia del fratello di Basilio.
Pucci Ioseph
vir Magdalenae fili q. Stephani Pucci
aetate circiter septuacinta annorum
repentino morbo correptus
mortuus inventus est
cuius corpus in ecclesiae delatum
funere rite persoluto
tumulatum fuit.
Terribile Basilius
fili Petri
aetate septuagenarius
repentino morbo correptus
ob incuriam suorum
mortuus in vinea ut dicitur inventus est
cuius corpus in ecclesiam delatum
funere rite persoluto
tumulato fuit.
Credevo che dopo il ut dicitur ci fosse il nome della vigna dove fu ritrovato. Mi sbagliavo: il "ut dicitur" è riferito ai parenti.
Sono i parenti che lo trovano e notificano la morte al parroco, dicendo di averlo rinvenuto nella vigna.
Il parroco sicuramente conosceva qualche situazione, e lo ha messo in nota.
Chiedo parere a voi per avere un'analisi obbiettiva. La mia purtroppo non la può essere.
avete ragione tutti e due, chi in un modo, chi in un altro.
Giannantonio ha ragione sul fatto che in passato il parroco aveva più responsabilità rispetto ad oggi.
Bisogna riportare l'accaduto nel preciso momento storico in cui è avvenuto: a metà Ottocento a Roma.
In quel periodo i parroci avevano un duplice ruolo:
- pastorale (nella cura delle anime)
- politico (nel controllo della società). E per controllo intendo che dovevano sapere tutto di tutti.
Dobbiamo pensare che i registri parrocchiali erano redatti a solo uso e utilità dei religioni (parroco, prete e vescovo) ( secondo la regola "solis sacerdotibus"). Quindi tutte le note in più erano riservate tra di loro, e non per i futuri genealogisti o storici.
Se si analizzano i due testi (quello di Basilio e quello di Giuseppe) è chiaro che il sacerdote utilizza un formulario preciso: le uniche eccezioni sono quelle due note ("ob incuriam suorum" e "in vinea ut dicitur") che pesano "come un macigno" sui rapporti con la famiglia del fratello di Basilio.
Pucci Ioseph
vir Magdalenae fili q. Stephani Pucci
aetate circiter septuacinta annorum
repentino morbo correptus
mortuus inventus est
cuius corpus in ecclesiae delatum
funere rite persoluto
tumulatum fuit.
Terribile Basilius
fili Petri
aetate septuagenarius
repentino morbo correptus
ob incuriam suorum
mortuus in vinea ut dicitur inventus est
cuius corpus in ecclesiam delatum
funere rite persoluto
tumulato fuit.
Credevo che dopo il ut dicitur ci fosse il nome della vigna dove fu ritrovato. Mi sbagliavo: il "ut dicitur" è riferito ai parenti.
Sono i parenti che lo trovano e notificano la morte al parroco, dicendo di averlo rinvenuto nella vigna.
Il parroco sicuramente conosceva qualche situazione, e lo ha messo in nota.
Chiedo parere a voi per avere un'analisi obbiettiva. La mia purtroppo non la può essere.
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Oppure può essere andato ad abitare in una baracca situata nella vigna. Quindi era fuori casa da tempo e i suoi se ne sono fregati. Ut dicitur: come si dice, come si narra, come si racconta.
io 1983-G.Pietro 1955-Antonio 1920-Carlo Andrea 1886-Pietro 1850-Giulio 1812-G.Batta 1789-Francesco M. 1760-G.Batta 1717-Francesco M. 1692-G.Batta 1657-Carlo G. 1629-G.Batta 1591-G.Andrea 1565-Pietro-G.Francesco-Pietro di Bartolomeo Broffadelli e Rosa Pisati di Leonino-Bertolino-Leonino? (v. 1428)
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Stavo pensando la stessa cosa.
Dagli stati delle anime, fino al 1855 abitava nella stessa casa del fratello.
Forse sarà stato mandato via, e non avendo altra abitazione si sarà rifugiato nei propri terreni dove erano presenti delle cascine per gli attrezzi.
Era gennaio e il freddo ha fatto il resto.
Il parroco doveva saperlo per forza.
Credo che questa sia la più semplice e amara verità dei fatti.
Dagli stati delle anime, fino al 1855 abitava nella stessa casa del fratello.
Forse sarà stato mandato via, e non avendo altra abitazione si sarà rifugiato nei propri terreni dove erano presenti delle cascine per gli attrezzi.
Era gennaio e il freddo ha fatto il resto.
Il parroco doveva saperlo per forza.
Credo che questa sia la più semplice e amara verità dei fatti.
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Purtroppo può essere questa, ma non lo sapremo mai.
io 1983-G.Pietro 1955-Antonio 1920-Carlo Andrea 1886-Pietro 1850-Giulio 1812-G.Batta 1789-Francesco M. 1760-G.Batta 1717-Francesco M. 1692-G.Batta 1657-Carlo G. 1629-G.Batta 1591-G.Andrea 1565-Pietro-G.Francesco-Pietro di Bartolomeo Broffadelli e Rosa Pisati di Leonino-Bertolino-Leonino? (v. 1428)
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Esatto. E' una di quelle storie nascoste per sempre dalle pieghe del destino.
Possiamo fare solo ipotesi. Però l'interesse a scoprire come andarono le cose ci sarà sempre.
PS.
Il fratello di un mio antenato diretto morì a 14 anni durante il pisolino post-prandiale. Anche io mi son chiesto cosa può aver causato la morte ma... rimarranno sempre e solo ipotesi non suffragate da prove certe
Possiamo fare solo ipotesi. Però l'interesse a scoprire come andarono le cose ci sarà sempre.
PS.
Il fratello di un mio antenato diretto morì a 14 anni durante il pisolino post-prandiale. Anche io mi son chiesto cosa può aver causato la morte ma... rimarranno sempre e solo ipotesi non suffragate da prove certe

Luca (1987)< Mauro (1955)< Mario (1928)< Giuseppe (1893)< Antonio (1858)< Pietro (1820)< Antonio (1774)< Francesco (1744)< Antonio (1707)< Giovanni Battista (1680)< Francesco (1645 c.)< Antonio (1602 c.)< Giovanni (ante 1563) < Giacomo (ante 1529)
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Ovviamente siamo sempre nel campo delle ipotesi. Uno cerca di avvicinarsi il pìù possibile alla realtà dei fatti.
Quello che racconti tu è ancora più complicato da capire:
Quello che racconti tu è ancora più complicato da capire:
Forse una congestione, chissà. Se è morto nel sonno potrebbe essere quello.Strategico8 ha scritto: Il fratello di un mio antenato diretto morì a 14 anni durante il pisolino post-prandiale. Anche io mi son chiesto cosa può aver causato la morte ma... rimarranno sempre e solo ipotesi non suffragate da prove certe