Cognome Raciti
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Cognome Raciti
Salve,
Volevo delle informazioni riguardo l'origine del cognome Raciti, che sembra essere prevalente nella provincia di Catania, qualcuno ha delle indicazioni aggiuntive?
La famiglia Raciti a cui appartengo erano conciapelle di Catania, se qualcuno ha qualche dato da condividere o qualcosa da chiedermi e che posso offrire riguard questi Raciti e' benvenuto.
Volevo delle informazioni riguardo l'origine del cognome Raciti, che sembra essere prevalente nella provincia di Catania, qualcuno ha delle indicazioni aggiuntive?
La famiglia Raciti a cui appartengo erano conciapelle di Catania, se qualcuno ha qualche dato da condividere o qualcosa da chiedermi e che posso offrire riguard questi Raciti e' benvenuto.
- Luca.p
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Dal sito cognomiitaliani.org sembra venire una conferma alle vostre supposizioni:
RACITI
RACITO
Raciti è tipico della Sicilia orientale, del catanese soprattutto, ma con una presenza massiccia anche nel messinese e nel siracusano, Racito, quasi unico, è delle stesse località e si tratta con molta probabilità di una forma dialettale del primo, dovrebbero derivare da soprannomi originati dal termine greco rachis (rachitico), secondo alcuni invece starebbe ad indicare che il capostipite al momento della nascita aveva offerto la schiena.
Luca
RACITI
RACITO
Raciti è tipico della Sicilia orientale, del catanese soprattutto, ma con una presenza massiccia anche nel messinese e nel siracusano, Racito, quasi unico, è delle stesse località e si tratta con molta probabilità di una forma dialettale del primo, dovrebbero derivare da soprannomi originati dal termine greco rachis (rachitico), secondo alcuni invece starebbe ad indicare che il capostipite al momento della nascita aveva offerto la schiena.
Luca
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Dalle mie ultime ricerche sono riuscito a risalire alla mia nona generazione in linea diretta. Ci sono molte varianti di Raciti, ad esempio Raxiti, Rasciti e Ragiti o Raggiti. La maggior parte delle famiglie con questo cognome erano e sono tuttora concentrate nei pressi dei comuni di Aci, specialmente Acireale, Aci Platani ed Aci Catena.
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Ho fatto abbastanza progresso nelle mie ultime ricerche sui Raciti, posso confermare che questa famiglia proviene dalle zone di Aci Platani e Catena. Il matrimonio piu' antico in mio possesso e' quello tra Fani Ragiti, figlio di Nicola e Potenza Cantarella figlia di Antonino del 21 aprile 1586 nella chiesa di Maria Santissima ad Acicatena.
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Ok, adesso sono riuscito a risalire al possibile capostipite di tutti i Raciti menzionato in un diploma della chiesa di Messina (custodita presso l'Archivio di Stato di Palermo) del 1217. In essa un certo Guglielmo Raxitis testimonia insieme ad altri abitanti della zona in favore dei monaci del monastero di S. Filippo di Fragala' a cui era stato fatto un torto da parte dei monaci del monastero di Maniace che avevano deviato il corso del fiume e preso terreni non propri. Ecco il riassunto di tale diploma:
"Fatto ricorso dall'Abate di S. Filippo di Demenna contro i monaci di Maniàci, [accusati di turbazione di possesso della terra di S. Marchetto vicino Maniàci, di deviazione del corso delle acque di un molino in Gullia che il detto Monastero si avea in comune colla Corte, e di atti di violenza sino al punto di aver legato e trattenuto per tre giorni un monaco del Monastero medesimo], l'Imperatore Federico, con lettera qui inserta, ordina al Giustiziere Ugo Capasino di fare opportuna inquisizione. Intimati quindi dal detto Capasino i monaci di Maniàci a presentarsi innanzi a lui, e resisi costoro contumaci, Eufemio Camerario del Re della Valle di Demenna e di Milazzo per mandato della stesso Capasino procede alla detta inquisizione, ricevendo le deposizioni di varii probi uomini di S. Lucia: dopo di che aggiudica le terre e l'acqua in quistione al detto Monastero di S. Filippo" (CUSA, p. 741 n. 179)
Il diploma scritto in greco reca in fondo insieme ai nomi dei testimoni anche questo nome:
"γέρων γουλλίελμοξ ραχίτηζ μαρτνρώ"
In un altro diploma questa volta del 1245 viene di nuovo menzionato il suddetto Guglielmo. La "firma" reca questa dicitura:
"γουλλίελμοξ τών λόγγων ό ραχίτηζ τά άνώτερα μαρτνρώ"
Ecco il riassunto della seconda pergamena:
"Filippo figlio di Eufemio, Imperiale Maestro Forestaro, ricevuta lettera (qui inserta), di Oberto Fallamonaca, colla quale, [sul ricorso di Filoteo Abate del Monastero di S. Filippo di Demenna, che querelavasi del turbamento di possesso e delle violenze esercitate dallo stesso Filippo sulle Grancie del Monastero medesimo] si ordinava di far giustizia; riuniti parecchi probi uomini della terra di S. Marco, e fatto pubblicamente leggere il privilegio del Conte Ruggiero confermato da Ruggiero Re e da Federico Imperatore, descrive i confini di S. Giorgio di Agrappidà, di S. Marina e di S. Marco dipendenze del detto Monastero, restituendo le terre usurpate" (CUSA, p. 744 n. 192)
C'e qualcuno che conosce il greco ed e' in grado di tradurre piu' precisamente quello che vi e' scritto? Io ho capito approssivativamente il senso.
"Fatto ricorso dall'Abate di S. Filippo di Demenna contro i monaci di Maniàci, [accusati di turbazione di possesso della terra di S. Marchetto vicino Maniàci, di deviazione del corso delle acque di un molino in Gullia che il detto Monastero si avea in comune colla Corte, e di atti di violenza sino al punto di aver legato e trattenuto per tre giorni un monaco del Monastero medesimo], l'Imperatore Federico, con lettera qui inserta, ordina al Giustiziere Ugo Capasino di fare opportuna inquisizione. Intimati quindi dal detto Capasino i monaci di Maniàci a presentarsi innanzi a lui, e resisi costoro contumaci, Eufemio Camerario del Re della Valle di Demenna e di Milazzo per mandato della stesso Capasino procede alla detta inquisizione, ricevendo le deposizioni di varii probi uomini di S. Lucia: dopo di che aggiudica le terre e l'acqua in quistione al detto Monastero di S. Filippo" (CUSA, p. 741 n. 179)
Il diploma scritto in greco reca in fondo insieme ai nomi dei testimoni anche questo nome:
"γέρων γουλλίελμοξ ραχίτηζ μαρτνρώ"
In un altro diploma questa volta del 1245 viene di nuovo menzionato il suddetto Guglielmo. La "firma" reca questa dicitura:
"γουλλίελμοξ τών λόγγων ό ραχίτηζ τά άνώτερα μαρτνρώ"
Ecco il riassunto della seconda pergamena:
"Filippo figlio di Eufemio, Imperiale Maestro Forestaro, ricevuta lettera (qui inserta), di Oberto Fallamonaca, colla quale, [sul ricorso di Filoteo Abate del Monastero di S. Filippo di Demenna, che querelavasi del turbamento di possesso e delle violenze esercitate dallo stesso Filippo sulle Grancie del Monastero medesimo] si ordinava di far giustizia; riuniti parecchi probi uomini della terra di S. Marco, e fatto pubblicamente leggere il privilegio del Conte Ruggiero confermato da Ruggiero Re e da Federico Imperatore, descrive i confini di S. Giorgio di Agrappidà, di S. Marina e di S. Marco dipendenze del detto Monastero, restituendo le terre usurpate" (CUSA, p. 744 n. 192)
C'e qualcuno che conosce il greco ed e' in grado di tradurre piu' precisamente quello che vi e' scritto? Io ho capito approssivativamente il senso.
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Ho notato che Guglielmo, insieme agli altri testimoni viene indicato con il titolo di γέρων cioe' "anziano" o "vecchio". Questo significa letteralmente anziano o era un appellativo per definire qualcuno in eta' adulta magari dopo la quarantina? A che eta' si raggiungeva la maggiore eta' verso il 1200?
Considerate che la stessa persona viene menzionata in un diploma del 1217 e del 1245, dunque ci sono 28 anni di differenza. Questo significa che Guglielmo non poteva essere molto avanzato di eta' nel 1217 per essere rimenzionato nel 1245 nonostante venga chiamato "geros" ventotto anni prima.
Qualcuno conosce l'utilizzo di geros per quell'epoca?
Considerate che la stessa persona viene menzionata in un diploma del 1217 e del 1245, dunque ci sono 28 anni di differenza. Questo significa che Guglielmo non poteva essere molto avanzato di eta' nel 1217 per essere rimenzionato nel 1245 nonostante venga chiamato "geros" ventotto anni prima.
Qualcuno conosce l'utilizzo di geros per quell'epoca?
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Premettendo che di greco non conosco una sola parola (ho chiesto aiuto a mia moglie
-------
) ecco quello che dovrebbe esserci scritto:
Vecchio Guglielmo "Rachitez" testimonia
Guglielmo dei Longhi il "Rachitez" le cose sopra testimonia
Non so se possa trattarsi della stessa persona (può darsi, magari già dimostrava tanti anni nel 1217 ma in realtà non ne aveva tantissimi, tanto da poter camparne altri 28; oppure è il nonno, Guglielmo il vecchio... mah) ). Comunque, Rachitez in greco non esiste, mentre se fosse una "s" finale significherebbe spina dorsale. Ora (facendomi un cosiddetto "flash") il cognome potrebbe essere nato da una malformazione fisica del capostipite che poi è rimasta a distinguere gli appartenenti alla famiglia. Ma ripeto, prendilo come un "flash".
Invece, prendi con le molle che quello possa essere il capostipite della famiglia Raciti ed in particolare della tua, considerando che le informazioni in tuo possesso si stoppano a ben 343 anni di distanza
Luca


Vecchio Guglielmo "Rachitez" testimonia
Guglielmo dei Longhi il "Rachitez" le cose sopra testimonia
Non so se possa trattarsi della stessa persona (può darsi, magari già dimostrava tanti anni nel 1217 ma in realtà non ne aveva tantissimi, tanto da poter camparne altri 28; oppure è il nonno, Guglielmo il vecchio... mah) ). Comunque, Rachitez in greco non esiste, mentre se fosse una "s" finale significherebbe spina dorsale. Ora (facendomi un cosiddetto "flash") il cognome potrebbe essere nato da una malformazione fisica del capostipite che poi è rimasta a distinguere gli appartenenti alla famiglia. Ma ripeto, prendilo come un "flash".
Invece, prendi con le molle che quello possa essere il capostipite della famiglia Raciti ed in particolare della tua, considerando che le informazioni in tuo possesso si stoppano a ben 343 anni di distanza

Luca
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Ti ringrazio Luca per l'aiuto, i termini greci in realta' li ho trascritti manualmente ma potrei aver sbagliato alcune lettere visto che di greco non so niente. Adesso posto il riferimento preso dal Dizionario Onomastico delle Sicilia di nomi e luoghi di Caracausi del 1993 da cui ho preso i riferimenti archivistici:

La lettera finale e' una s o una z? Caracausi dice che Rachites deriva da "montanaro".
Qui c'e' invece il riferimento tratto dal Lessico Greco della Sicilia Orientale, sempre del Caracausi, 1990:

Domani invece dovrei riuscire ad ottenere la riproduzione dei diplomi in greco in questione.

La lettera finale e' una s o una z? Caracausi dice che Rachites deriva da "montanaro".
Qui c'e' invece il riferimento tratto dal Lessico Greco della Sicilia Orientale, sempre del Caracausi, 1990:

Domani invece dovrei riuscire ad ottenere la riproduzione dei diplomi in greco in questione.
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Io avevo letto questo come "Guglielmo ora detto Rachitis quanto sopra riporta" o forse mi sbaglio? Ho usato uno di quei traduttori di internet per capire il senso approssimativo.Robi ha scritto:
"γουλλίελμοξ τών λόγγων ό ραχίτηζ τά άνώτερα μαρτνρώ"
Ecco infatti ho usato la z invece della s che errore madornale, dovrebbe essere trascritto cosi invece:
γέρων γουλλίελμος ραχίτης μαρτνρώ
e
γουλλίελμος τών λόγγων ό ραχίτης τά άνώτερα μαρτνρώ
Vabbe', avrete capito che di greco non so niente in ogni caso.
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