Salve a tutti!
Vorrei fare una piccola precisazione, ho ritenuto opportuno mettervi al corrente di stemma e diploma, se non altro per darvene informazione, non sapendo se poi quest’aspetto ( nobiliare) potesse dare o meno un imprinting alla ricerca.
Senz’altro per diverse settimane ho concentrato la mia attenzione su questo e ho potuto sincerarmi su quanto segue:
Il patriziato viene trasmesso ai figli naturali e legittimi, primogeniti e non, maschi e femmine.
Il marchesato viene trasmesso ai figli naturali e legittimi, primogeniti, maschi.
Questo almeno è ciò che risulta per la trasmissione del titolo tra i membri Ciccolini.
Questo un frammento:
Ho consultato tutti i fascicoli nobiliari conservati presso la sala della Consulta Araldica (archivio centrale dello stato) relativi ai Ciccolini
( Teodoro, Delio, Modesto, Claudio sesto). Parliamo di istanze di riconoscimento, dimostrazioni in base al “lungo uso”, responsi, somme dovute per i diritti di cancelleria, iscrizione nell’elenco nobiliare..
Nello specifico, Teodoro Ciccolini (figlio primogenito di Giuseppe) proporrà istanza di riconoscimento del titolo presso la consulta araldica, e conseguente iscrizione nel libro d’oro della nobiltà italiana, successivamente avanza richiesta anche per i suoi fratelli che, in caso di esito positivo, sarebbero stati “nobili dei” marchesi ( perché non primogeniti, come ad es. è il caso di Delio).
Lo stesso farà Modesto, figlio di Luigi, figlio di Modestino.
Ho avuto modo di visionare( in via digitale) il libro d’oro della nobilità italiana dove a pag. 141, volume XI, compaiono i Ciccolini ( ramo romano discendente da Delio).
Per precisazione, Gentilina ( figlia di Modestino ed Eleonora Scotti), divenne poi marchesa in virtù del matrimonio con Ermete Cavalletti
( marchese).
Vi ringrazio per le ulteriori notizie e chiarimenti che avete avanzato, non avendo esperienza non mi viene naturale collegare o fare osservazioni troppo specifiche, per cui vi ringrazio!
D’altronde come potete immaginare, la decisione di “approdare” su questo forum è stata dettata proprio da questa necessità, oltre che da quella di non conoscere abbastanza.
Detto questo, Pierluigi, io rispetto moltissimo il tempo che mi si sta dedicando, per cui ti assicuro di aver letto le tue proposte con la dovuta calma e attenzione, e sono assolutamente d’accordo con il fatto che registri parrocchiali e stati delle anime sono uno strumento a dir poco fondamentale!
So cosa sono, per rispondere alla tua domanda, ma ahimè, so anche che Roma “in un luogo” è in grado di restituirti anche fino a tre chiese.
In tutto ciò, almeno per me che non sono ricercatrice ne qualificata, consultare i registri in Vicariato a Roma ( archivio diocesano, via dell’Amba Aradam)è tutto fuorché semplice..
te la faccio breve: devo prima di tutto ottenere una commendatizia di un’autorità ecclesiastica, di un istituto di ricerca accreditato o di una persona qualificata nelle ricerche storiche.
Ottenute le varie commendatizie che attestino la buona fede della ricerca, viene avanzata richiesta al direttore del Vicariato. Se quest’ultima viene accettata puoi recarti ad effettuare tale consultazione con un limite di unità archivistiche da poter visionare a visita.
Ora, in questo senso, dunque, secondo il mio umilissimo parere, sarebbe opportuno muoversi (data anche la difficoltà di procedura per visitare) avendo a disposizione dati più specifici e, scusa il gioco di parole, più specificatamente riferiti a Luigi ( che sono certa essere legato al ramo della mia ricerca) e anche in questo caso, purtroppo, si dovrebbe procedere facendo riferimento ad un periodo molto ampio, e facendo riferimento a non so quante chiese.
Ora ammesso e concesso che io stia sbagliando qualcosa per quanto attiene le consultazioni presso il vicariato, data la mia prima esperienza, devo dire che le parole di un suo impiegato “ senza una chiesa di riferimento è impossibile” mi hanno abbastanza irretito dal procedere in questo senso, almeno con i dati di cui dispongo ora.
Pierluigi, se ho dimenticato di rispondere ad alcune domande potresti gentilmente riproporle?