Una bella cifra
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Una bella cifra
Buonasera
Nel corso delle mie ricerche genealogiche ho trovato un atto riguardante alcuni miei avi appartenenti alla famiglia Baldoni di San Ginesio. A quella famiglia, o ad un ramo di essa, apparteneva un famoso letterato del tempo, Bernardino Baldoni, autore di un celebre trattato sull' "arte" del segretario. In un convento di San Ginesio è conservato un affresco che presenta in basso il blasone di questa famiglia, dato che il committente di questo affresco era lo stesso Bernardino.
Nell'atto in questione, risalente al 1616, si parla di un certo Francesco Baldoni, il quale alcuni anni prima aveva lasciato un legato di circa 200 fiorini a beneficio dell'altare di San Nicola, all'interno della ginesina chiesa di Sant'Agostino. Sarei curioso di sapere qual è la vostra opinione a proposito del legato. 200 fiorini erano una cifra consistente, considerando che ci troviamo nel territorio maceratese degli inizi del '600?
Sto cercando di individuare i legami di parentela tra il mio avo Francesco e Bernardino, e scoprire insomma se anche lui appartenesse al ramo "nobile dei Baldoni"
Vi ringrazio anticipatamente per le vostre risposte!
Nel corso delle mie ricerche genealogiche ho trovato un atto riguardante alcuni miei avi appartenenti alla famiglia Baldoni di San Ginesio. A quella famiglia, o ad un ramo di essa, apparteneva un famoso letterato del tempo, Bernardino Baldoni, autore di un celebre trattato sull' "arte" del segretario. In un convento di San Ginesio è conservato un affresco che presenta in basso il blasone di questa famiglia, dato che il committente di questo affresco era lo stesso Bernardino.
Nell'atto in questione, risalente al 1616, si parla di un certo Francesco Baldoni, il quale alcuni anni prima aveva lasciato un legato di circa 200 fiorini a beneficio dell'altare di San Nicola, all'interno della ginesina chiesa di Sant'Agostino. Sarei curioso di sapere qual è la vostra opinione a proposito del legato. 200 fiorini erano una cifra consistente, considerando che ci troviamo nel territorio maceratese degli inizi del '600?
Sto cercando di individuare i legami di parentela tra il mio avo Francesco e Bernardino, e scoprire insomma se anche lui appartenesse al ramo "nobile dei Baldoni"
Vi ringrazio anticipatamente per le vostre risposte!
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Re: Una bella cifra
Sulla cifra dei 200 fiorini non ho idea precisa di quanto corrispondesse agli inizi del XVII secolo. Per l'eventuale collegamento fra il ramo nobile Baldoni e Bernardino ho molti dubbi. Montecarotto era abbastanza distante da San Ginesio (almeno per l'epoca); il cognome Baldoni è molto diffuso nelle Marche. Bernardino ebbe un solo figlio di nome Crescenzio che premorì al padre, che affermò di essere privo di discendenza diretta.
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/ ... olu%29.pdf
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- Luca.p
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Re: Una bella cifra
Nessun legame è ipotizzabile sulla base di ciò che hai scritto nel messaggio, a meno che tu abbia dimenticato qualche particolare. Hai una sola soluzione per scoprire eventuali legami ed è la via classica: la ricerca del filo genealogico dei due individui fino a trovare un punto comune.
I legati di valore altro (ma a Macerata si usavano i fiorini? Non gli scudi?) sono non frequentissimi ma nemmeno così rari. Accadeva spesso quando una persona di discreta capacità economica (non era necessario essere nobili) moriva senza eredi diretti che lasciasse una forte somma per la costruzione di una cappella o di un altare a "perenne" memoria del suo passaggio terreno.
I legati di valore altro (ma a Macerata si usavano i fiorini? Non gli scudi?) sono non frequentissimi ma nemmeno così rari. Accadeva spesso quando una persona di discreta capacità economica (non era necessario essere nobili) moriva senza eredi diretti che lasciasse una forte somma per la costruzione di una cappella o di un altare a "perenne" memoria del suo passaggio terreno.
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Re: Una bella cifra
Vi ringrazio per le risposte, e ringrazio in particolare Luigi Russo per la cura con cui ha formulato la propria, consultando documenti pertinenti. Devo rettificare tuttavia alcuni punti; la famiglia Baldoni a cui mi riferisco io è di San Ginesio, così come di San Ginesio era Bernardino, i Baldoni di Montecarotto non hanno legami con nessuno di questi.
Francesco, il legatorio, è fratello di Giovanni Angelo Baldoni, definito dallo storico Febo Allevi "appartenente a nobile casato", lo stesso casato di Bernardino. Di certo Francesco e Giovanni Angelo non erano figli del famoso letterato, ma potrebbero essere suoi cugini. Tra l'altro intorno al 1560 un certo Battista Baldoni morì nelle lotte cittadine.
Per quanto riguarda la moneta, a quei tempi (ripeto, siamo agli inizi del '600) nel maceratese si usavano i fiorini oltre agli scudi. Però ecco, sarei molto curioso di sapere la stima del legato, perché sarebbe un indizio per le ricerche che cercherò di proseguire nei prossimi mesi.
Francesco, il legatorio, è fratello di Giovanni Angelo Baldoni, definito dallo storico Febo Allevi "appartenente a nobile casato", lo stesso casato di Bernardino. Di certo Francesco e Giovanni Angelo non erano figli del famoso letterato, ma potrebbero essere suoi cugini. Tra l'altro intorno al 1560 un certo Battista Baldoni morì nelle lotte cittadine.
Per quanto riguarda la moneta, a quei tempi (ripeto, siamo agli inizi del '600) nel maceratese si usavano i fiorini oltre agli scudi. Però ecco, sarei molto curioso di sapere la stima del legato, perché sarebbe un indizio per le ricerche che cercherò di proseguire nei prossimi mesi.
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Re: Una bella cifra
Nel lughese di inizio '600, sempre Stato Pontificio, oltre allo scudo era in circolazione anche il bolognino.
Il valore dello scudo, spesso specificato nei documenti, era di 4 o 5 lire cad.
La stessa forchetta penso che si possa applicare sia ai fiorini che ai bolognini.
Tra i miei documenti, i più vicini al 1616, sono due rogiti del 1618:
- con 520 scudi da 4 lire cad. (quindi 2080 lire) si potevano acquistare 20 cavalle da branco;
- una dote di 1500 lire era una buona dote fra famiglie, diciamo, in vista. Non eccessiva, ma buona.
Il valore dello scudo, spesso specificato nei documenti, era di 4 o 5 lire cad.
La stessa forchetta penso che si possa applicare sia ai fiorini che ai bolognini.
Tra i miei documenti, i più vicini al 1616, sono due rogiti del 1618:
- con 520 scudi da 4 lire cad. (quindi 2080 lire) si potevano acquistare 20 cavalle da branco;
- una dote di 1500 lire era una buona dote fra famiglie, diciamo, in vista. Non eccessiva, ma buona.
- Luca.p
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Re: Una bella cifra
Se sai a quanto corrispondeva un fiorino rispetto ad uno scudo potrei darti una stima perché dalle mie parti si usavano gli scudi e un'idea del valore potrei averla, ma sui fiorini noSannita1998 ha scritto: ↑domenica 29 dicembre 2024, 19:44Per quanto riguarda la moneta, a quei tempi (ripeto, siamo agli inizi del '600) nel maceratese si usavano i fiorini oltre agli scudi. Però ecco, sarei molto curioso di sapere la stima del legato, perché sarebbe un indizio per le ricerche che cercherò di proseguire nei prossimi mesi.
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Re: Una bella cifra
Ho trovato un libro (una nazione in commercio di Luca Andreani) in cui si dice che, agli inizi del '600, 1 fiorino equivalesse a 2 scudi. Di conseguenza il legato corrisponde a circa 400 scudi.
- Luca.p
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Re: Una bella cifra
400 scudi era una cifra interessante, ma non astronomica. Ad esempio dalle mie parti, bassa Umbria, le doti delle ragazze del popolo, quindi di famiglie contadine, si aggiravano di media tra i 50 e i 150 scudi, arrivando ai 200/300 nel caso di famiglie un po' più stabili economicamente, con buoni possedimenti di terreni. Le famiglie nobili, nello stesso periodo, assegnavano alle figlie femmine che convolavano a nozze delle doti che si aggiravano almeno sui 2000/3000 scudi, quindi la cifra da te indicata è degna di nota, ma nulla di sconvolgente.
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Re: Una bella cifra
Nella bassa Umbria non era uso convertire in lire?
Qui nella bassa Romagna, la zona di pianura che gravita intorno a Lugo,
era praticamente la norma. Oltre a essere ai confini settentrionali dello
Stato Pontificio (quindi una zona incuneata tra Venezia, Mantova, Milano
e Firenze), il mercato di Lugo, in passato, ebbe una discreta importanza:
https://www.prolocolugo.org/turismo-lugo/
Per questi motivi, mi vien da pensare che riportare i valori anche in lire,
probabilmente, aiutava a "tradurre" le differenze di valore tra le monete,
circolanti nei vari Stati confinanti, che qui confluivano grazie a mercanti
e latifondisti, questi ultimi provenienti specialmente dai territori della
Bergamasca.
Qui nella bassa Romagna, la zona di pianura che gravita intorno a Lugo,
era praticamente la norma. Oltre a essere ai confini settentrionali dello
Stato Pontificio (quindi una zona incuneata tra Venezia, Mantova, Milano
e Firenze), il mercato di Lugo, in passato, ebbe una discreta importanza:
https://www.prolocolugo.org/turismo-lugo/
Per questi motivi, mi vien da pensare che riportare i valori anche in lire,
probabilmente, aiutava a "tradurre" le differenze di valore tra le monete,
circolanti nei vari Stati confinanti, che qui confluivano grazie a mercanti
e latifondisti, questi ultimi provenienti specialmente dai territori della
Bergamasca.
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Re: Una bella cifra
Mai trovateparoni1569 ha scritto: ↑martedì 7 gennaio 2025, 22:18Nella bassa Umbria non era uso convertire in lire?